domenica 10 maggio 2020

INCAPACITA' VIRALE

Purtroppo siamo costretti a continuare ad assistere allo squallido spettacolo che il teatrino della politica italiana (ma anche europea e mondiale) continua a programmare per noi, anche se ormai da troppo tempo le varie scene della commedia (o tragedia), raccontata dai soliti rappresentanti politici, si caratterizzano attraverso testi e battute di fatto invecchiate, assai poco chiare e troppo spesso esageratamente disdicevoli (per non dire peggio).
Risulta evidente che a questo punto della trama nessuno degli attori (onorevoli, senatori, presidenti ecc.) vuole perdere la visibilità e tutti vogliono dimostrare di aver contribuito e di continuare a contribuire alla gestione della difficile situazione creata dalla pandemia in corso.
A tale scopo, chi detiene il potere cerca di esercitarlo, o quanto meno di far vedere che lo ha esercitato e lo esercita realmente, magari fingendo di voler soddisfare, con nuovi ed autonomi provvedimenti, tutti i desiderata degli elettori.
Per questo, non appena i contagi hanno cominciato a diminuire e si è allontanato il pericolo di una totale debacle del sistema, i presidenti delle regioni, i responsabili delle province (ma non dovevano essere eliminate?), i sindaci, i rappresentanti delle circoscrizioni ed altre figure di gestori della cosa pubblica si sono precipitati ad affollare il palcoscenico.

Il palcoscenico dei Politici Attori 

Il canovaccio predisposto ad opera degli autori e controllori della nostra vita sociale (chi siano costoro è parte di un altro discorso) prevede, tra l’altro e ad esempio, che ogni presidente di regione che non sia collegato ad uno dei partiti al governo, si opponga al prolungamento dei termini della quarantena o alle modalità di esecuzione della cosiddetta FASE 2, magari decretando lo sblocco immediato di tutte le attività produttive.
Di fatto, per quanto si evince anche dalle affabulazioni dei media, le date e modalità di cessazione della quarantena dovrebbero essere state stabilite dal governo attuale sulla base di accurate analisi di elementi tecnici, scientifici e statistici, eseguite (si spera con estrema accuratezza) da vari organi consultivi formati da esperti, vecchi e nuovi, riconosciuti a livello nazionale ed internazionale
Ci si chiede allora su quali basi ed analisi scientifiche sono basate le delibere regionali, provinciali e comunali che contengono evidenti deroghe, volte per lo più a rendere meno cogente quanto stabilito dal governo centrale in merito alla riapertura degli esercizi commerciali ed alla libertà dei singoli.
  • O qualcuno è convinto che si sta proprio raccontando una favola ed allora apertamente ammetta che, magari come addetto ai lavori, è a conoscenza del fatto che le decisioni dei nostri governanti sono state e sono prese sulla base dell’estro momentaneo di un qualsiasi ministro e non di una seria e ragionata ponderazione di vari pareri scientifici, ma allora tutto è possibile!
  • Oppure è assurdo che salti fuori un altro organo amministrativo dello stato in grado di dichiarare la invalidità ed inefficacia, anche se solo parziale, dei decreti e delibere del governo centrale in precedenza emesse in base a cognizioni giuridiche e scientifiche adeguate.

La questione non è da sottovalutare perché nel concreto si parla della capacità di tutela della salute, anzi della vita o della morte, di migliaia di semplici cittadini.
Molti di noi sempliciotti ad oggi siamo in effetti ormai assillati dal dubbio che i nostri rappresentanti (non importa di quale fazione politica siano) governino il paese Italia per lo più in base all’estro momentaneo ed all’utile personale, piuttosto che secondo ponderazione, onestà, integrità e raziocinio.
Un chiaro esempio della fondamentale incapacità a governare dei nostri politici (tutti) può proprio evincersi dalle miriadi di ordinanze specifiche emesse dai vari sindaci, spesso di difficile interpretazione, che alla fine hanno ottenuto ed ottengono il solo scopo di creare tra i cittadini nuovi dubbi interpretativi di tipo esclusivamente burocratico e di aumentare il divario tra la realtà ed il sistema che ci governa.
Prendiamo per esempio un recentissimo provvedimento del sindaco di Roma volto a disciplinare gli orari di apertura degli esercizi commerciali a partire dalla prossima riapertura e fino a tutta la seconda metà di Giugno.
Tale provvedimento, debitamente pubblicato sul sito del comune di Roma, oltre ad essere completo di un discreto refuso, si spera solo tipografico (ma chi controlla?), accomuna varie tipologie di attività senza tener conto di come queste fossero state inquadrate e considerate dai provvedimenti legislativi presi dal governo durante la FASE 1. 
Diciamo che l'incapacità virale e la voglia di palcoscenico potrebbe essere in questi giorni il pensiero mattutino di chi ha scritto questo provvedimento, privo di continuità nelle azioni dei vari d.p.c.m. 
Assistiamo ancora una volta alla creazione di inutili varianti, nuove norme e regole sponsorizzate da un qualsiasi centro di potere politico, come sopra detto, senza adeguato coordinamento tra gli stessi gestori del potere, alla faccia della necessità, riconosciuta da tutti, di diminuire ogni onere o prescrizione burocratica.
Se i nostri mandriani non vorranno concederci la vera libertà di movimento e pascolo e continueranno a spingerci lungo piste polverose, prive di erba, solo a loro note (oppure, per assurdo, neanche a loro note), a noi povere bestie da macello non resterà che soffrire e morire a gruppi, un poco alla volta, per fame o per Covid-19!
Tutti riusciranno, prima o poi, ad avere piena conoscenza dell’operato dei nostri politici che ci ha condotto a questo punto, noi nel frattempo riteniamo lecito e doveroso cercare di continuare a spiegare ciò che accade ponendoci anche come una delle poche voci usualmente al di fuori del coro dei media.