lunedì 25 settembre 2017

Corea del nord e Kim della Jungla


Kim Jong-un è il cosiddetto dittatore della Corea del nord che la sua famiglia governa da circa settanta anni e da tempo occupa un posto di primo piano nelle discussioni di politica internazionale, ma chi o cosa è la Corea del nord?

Si tratta di un paese che ha circa 24 (ventiquattro) milioni di abitanti, con una percentuale di alfabetizzazione del 100%, la cui economia cresce al ritmo del 3% annuo e che è stato in grado di sviluppare una tecnologia atomica malgrado da decenni sia stato soggetto a sanzioni e pressioni internazionali.

Corea del nord e Kim Jong-un: lo scacchiere internazionale

A parte le varie critiche riferite al suo personale fantasioso comportamento (peraltro poco conosciuto dato il regime di censura globale che vige nel paese), bisogna prendere atto che l’operato di Kim nella pratica non sembra proprio quello di uno strano e bislacco dittatore, ma piuttosto quello di un abile giocatore di scacchi in grado di misurarsi alla pari anche contro tutte le altre nazioni nello scacchiere mondiale.

La paventata esplosione di un conflitto atomico causata da un improvviso attacco della Corea del nord, di fatto contro il resto del mondo, non sussiste, al contrario tale pericolo si potrebbe concretizzare nel caso in cui la comunità internazionale volesse intervenire militarmente per eliminare lo scomodo Kim.

La stessa comunità internazionale ha infatti già storicamente operato con interventi armati o utilizzo di sanzioni economiche nei confronti di alcuni suoi membri, definendoli fantasiosamente stati canaglia.

Tale comportamento interventista è da sempre giustificato o da motivi etici (ripristino dei principi umanitari e democratici che devono considerarsi imprescindibili componenti di ogni ordinamento statale) o dal timore che lo stesso stato canaglia, si consolidi fino a poter rendere inefficaci gli interventi più comuni (sanzioni economiche) ed aumenti le sue capacità militari fino a divenire un pericolo per altri stati.

In realtà una infinità di altre cause condizionano le azioni della comunità internazionale: motivazioni economiche per prime e poi la opportunità di mantenimento degli attuali assetti ed equilibri mondiali della cui etica e democraticità si potrebbe discutere a lungo.

Sembra che nel caso della Corea del Nord la comunità internazionale si sia resa conto troppo tardi della “necessità” di intervenire anche militarmente e che tale intervento è ormai inopportuno visto il deterrente nucleare effettivamente già a disposizione di tale paese “canaglia”.

In caso di attacco militare alla Corea del nord questa si potrebbe difendere, magari riuscendo solo a far esplodere sul suo stesso territorio un ordigno nucleare molto potente e di conseguenza ne verrebbero coinvolti i vicini territori confinanti di Russia e Cina, contrarie ad ogni intervento armato e di fatto alleate di Kim.

Corea del nord e Kim Jong-un: conclusioni

Le aperte minacce degli U.S.A., l’allarmismo della Francia e di altri paesi europei e non, risultano in tale situazione inutili manifestazioni di paura, come è parzialmente inutile rinforzare con armamenti e sistemi anti missile ad alta tecnologia le difese dei paesi orientali più vicini alla Corea del Nord, difficilmente in grado di scongiurare da soli il pericolo di una escalation bellica a livello mondiale.

Indipendentemente dal credo politico ci si deve augurare che il dittatore Kim Jong-un non sia il buffone pazzoide come descritto spesso dai media, ma sia l’abile giocatore di scacchi che sta cercando di contrastare da solo i membri più potenti ed influenti della comunità internazionale da sempre privilegiati perché in grado di ricorrere anche alla guerra contro il singolo stato restio ad adeguarsi ai principi morali ed economici da loro stessi sostenuti.