mercoledì 11 ottobre 2017

ATAC il concordato preventivo dei poteri esecutivi


Ha assunto rilevanza nazionale la notizia che a Roma l’azienda di trasporto pubblico locale ATAC è ricorsa al tribunale per ottenere l’ammissione alla procedura del concordato preventivo, non potendo più far fronte al pagamento di debiti accumulati per ben 1,38 miliardi.
Di fatto, considerato che l’ultimo bilancio ATAC evidenzia un passivo di circa 220 milioni, senza la possibilità di reperire risorse nemmeno per far fronte ai numerosi decreti ingiuntivi dei fornitori pregressi, nulla altro si poteva fare per continuare ad operare.
Con rapidissimo provvedimento si è avuto parere favorevole (visto l’enorme interesse pubblico in ballo) si è così evitato il fallimento dell’azienda ed assicurato, per ora, ai romani il trasporto quotidiano e si è anche evidenziato che quando serve il connubio tra potere politico e potere giudiziario funziona egregiamente.

Atac il fallimento dei contribuenti

Tutti riconoscono che le cause del dissesto della azienda romana dei trasporti sono da attribuirsi a cattiva gestione e sovradimensionamento dell’organico dovuto ad assunzioni clientelari protrattesi negli anni, tralasciamo pertanto di infierire in merito.
Non tutti si sono ben resi conto che, dal punto di vista pratico, poiché il comune e la regione elargiscono ogni anno 500 milioni all’ATAC, quale corrispettivo del contratto di servizio a suo tempo stipulato, in realtà le modeste prestazioni fornite ai cittadini, al netto dei ricavi, sono state passive per almeno 720 milioni.
Se si fosse evidenziato questo aspetto il fallimento sarebbe stato forse più appropriatamente dichiarato; in proposito e per la cronaca, i 500 milioni li pagano i contribuenti con le imposte locali ed il passivo di bilancio di 220 milioni, pure!
In una situazione del genere anche il più esperto amministratore non potrà agire agevolmente nel riordino del caos burocratico né potrà ottenere congrui risparmi a carico dei fornitori vecchi già scottati o di quelli nuovi oltremodo timorosi. Qualsiasi intervento venga deciso si verrà a riproporre la medesima situazione fra qualche tempo.

Atac la speranza di non vedere un futuro fallimento; Alitalia insegna

Per dimenticare la desolazione di quanto sopra descritto si potrebbe anche sognare una ipotesi di pura fantasia prevedente una separata gestione del trasporto su rotaia ed una privatizzazione e frazionamento del trasporto su gomma in 1250 micro aziende (tanti sono i veicoli giornalmente circolanti) o più.
Ciascuna azienda stipulerebbe un contratto di servizio relativo ad uno o più percorsi in grado di garantire, a parità di esborso per i contribuenti locali, circa € 400.000,00 annui di introito per ogni autobus circolante (un sogno per i privati noleggiatori di grandi veicoli).
Il problema serio riguarderebbe quella parte di personale amministrativo o burocratico che non venisse riciclato nelle nuove mini aziende o in una residua snella struttura di coordinamento né sarebbe adeguatamente assistito se posto in esubero.
Che la situazione dell’ATAC e del concordato preventivo sia disastrosamente aggravata dal sopradimensionamento dell’organico e dai costi eccessivi lo si evince anche dal fatto che, come sopra esposto, i 500 milioni del contratto di servizio potrebbero essere da soli addirittura sufficienti a compensare il costo annuo dei mezzi pubblici circolanti a disposizione dei romani.
Possibile che nessuno si sia mai accorto che negli ultimi dieci anni il trasporto pubblico romano ha accumulato perdite gestionali per quasi 8 miliardi (realtà evidenziata solo da pochissimi commentatori e mai apertamente riconosciuta dai politici).
Chiunque possa ipotizzare una reale possibilità di soluzione ai problemi del trasporto pubblico locale senza prevedere un ulteriore enorme aumento dei costi per i cittadini sarebbe un genio che dovrebbe prestare da subito il suo aiuto.
Ad oggi non sono individuabili indolori vie di uscita dalla disastrosa situazione dell’ ATAC, ma solo fantasiose ipotesi come quelle sopra illustrate o mendaci previsioni di riassetto attraverso artifizi contabili di bilancio.
Purtroppo anche numerose altre aziende municipalizzate che in tutta Italia forniscono servizi vari ai cittadini paiono soffrire degli stessi mali e stanno creando ulteriori debiti a carico dei cittadini, chi ci potrà salvare?