Prodotto interno lordo!
Vogliamo inquadrare la recente cosiddetta manovra economica nella sua effettiva
realtà, senza ascoltare e bearci per quanto ci viene raccontato assai
parzialmente dai nostri politici?
Ricordando i principali
valori a noi noti, quelli da sempre ufficialmente comunicati, sorge il sospetto
che tutte le discussioni in merito alla valenza degli interventi operati in
campo macroeconomico siano da considerare alla stregua delle famose antiche
diatribe volte a determinare il sesso degli Angeli.
Di fatto sarebbero state
individuate, tra le pieghe di bilancio, risorse da impiegare per favorire lo
sviluppo economico e sociale per ben 4,7 miliardi, non tutti spendibili in un
solo anno.
Pil e manovra economica: la realtà che non viene raccontata
La massa del Pil, secondo
tutte le fonti ufficiali si aggira intorno agli oltre 2000 (duemila) miliardi,
così come la massa dei debiti accumulati dal nostro Stato, che anzi superano
tale importo.
Quindi in realtà si
tratta di stimolare le iniziative economiche e quindi il Pil mettendo sul
piatto ben 0,00235 (due virgola trentacinque millesimi) del valore dello stesso
prodotto globale.
Si tratta nel caso
specifico di affannarsi a dare un calcio al pallone sperando che l’economia si
riprenda da sola, purtroppo lo stesso calcio risulterà evidentemente debole e
fuori misura rispetto a quanto si dovrebbe fare.
Considerati i vari
vincoli determinati dalla necessità di rispettare quanto pattuito a livello
europeo, se questi sono i numeri, non si può certo aspettarsi di più per
qualche decina di anni a venire.
Malgrado la tragica
realtà di quanto sopra descritto i rappresentanti delle varie parti sociali
continuano a richiedere nuovi fondi o variazioni ed aggiustamenti in favore
dell’una o altra categoria rappresentata, ma non si rendono conto? O non
vogliono rendersi conto?
Si è parlato (ma di fatto
solo parlato) di modificare la stessa macchina che ci governa il cui
funzionamento costerebbe ogni anno circa 800 (ottocento) miliardi.
Ciò comporterebbe un
immenso lavoro, in pratica una rivoluzione organizzativa ed una diminuzione di
personale, anche politico, che andrebbe ridistribuito e/o allocato nel campo
privato ed in attività realmente produttive.
Nessuno dei nostri governanti
sarebbe disposto a propugnare una serie coordinata di riforme legislative e
conseguente diminuzione dei costi dello stato, ma vogliamo almeno studiarne la
reale fattibilità e verificare almeno in teoria il corrispondente beneficio?
I vari commissari
governativi appositamente nominati per riuscire, ferma la attuale
organizzazione, ad evitare sprechi ed inutili spese dell’apparato burocratico
ben poco sono riusciti a fare fino ad oggi.
Altre soluzioni basate su
aspettative di altro tipo prevedrebbero eventi straordinari anche di tipo
inflattivo e comunque si potrebbero manifestare in primis a livello di economia
mondiale, probabilmente causando ricadute imprevedibili.
La situazione appare
abbastanza grave, si ricercano ovviamente geniali e possibilmente omni comprensive
soluzioni.