L’argomento del giorno
più discusso dai politici italiani e più diffuso dai media è sicuramente l’auspicata
modifica della legge elettorale.
In effetti alcuni
osservano che piuttosto vi sarebbero altre più urgenti questioni da
approfondire e di ben maggiore interesse per la collettività ed i singoli.
Ci si riferisce al campo
economico e sociale, alla sicurezza, e alla mancata attuazione delle riforme
legislative più recenti (ad esempio la abolizione delle Province che non si è
ancora correttamente inquadrata forse perché lo Stato non ha fornito più
precise e vincolanti direttive alle Regioni).
Cerchiamo comunque di
comprendere meglio la nuova legge elettorale e di che cosa si discute con tanto
impegno tra i nostri governanti, almeno con una prima esposizione generica e
grossolana delle novità in attesa del testo definitivo e delle osservazioni dei
lettori interessati.
Legge elettorale: il Rosatellum
Innanzitutto un comune
cittadino, dotato di media cultura e capace di leggere, che voglia cercare di
conoscere meglio e direttamente di che si discute non lo potrà fare leggendo
semplicemente il testo del rosatellum (uno o due) presentato in commissione.
Come per tutte le leggi
infatti, invece di riscrivere articolando in via definitiva il testo, la
proposta è composta da una serie di modifiche ad articoli e commi (alcuni
desueti) della vecchia legge elettorale del 1957 e da nuovi articoli che si
sovrappongono e/o aggiungono.
Quindi se si vuole capire
di cosa si tratta nell’insieme e come incidono le modifiche non si può leggere
solo il testo in discussione a meno che non si conoscano alla perfezione i
testi precedenti.
Pertanto quasi tutti si
affideranno alle considerazioni dei giornalai (pardon: Giornalisti!) che
ovviamente tenderanno a porre in evidenza ciascuno la bontà degli aspetti più
affini alle posizioni politiche dei loro editori.
Innanzitutto si osserva
che secondo tutti i politici, allo scopo di rendere governabile il paese, deve
considerarsi obsoleta la vecchia abitudine di
poter esercitare il voto scegliendo il partito (in pratica l’ideologia) ed
esprimendo contemporaneamente la preferenza per uno dei candidati di tale
partito.
I candidati destinati ad
essere membri del governo dovrebbero essere selezionati più propriamente
attraverso le elezioni primarie dei partiti, che peraltro al momento non sono
chiaramente previste e regolamentate da alcuna legge.
Collegi Elettorali
La proposta di legge
prevede oltre che la individuazione delle circoscrizioni (già utilizzate in
precedenza e connesse alla densità territoriale dei cittadini elettori), la
formazione di collegi elettorali uninominali e plurinominali.
Limitiamoci ad esaminare
le regole proposte per la elezione della camera dei deputati (per il senato gli
aspetti essenziali sono simili), senza dilungarsi nell’esame delle 40 pagine in
cui consiste il rosatellum; chi volesse approfondire può scaricarlo in pdf da
vari siti internet.
Si è determinato che i nostri
quasi mille deputati scaturiranno (o prenderanno vita politica!) in 231 perché
eletti in collegi uninominali e il rimanente sarà eletto nell’ambito dei
collegi plurinominali.
Ogni singolo nominativo
apparirà nella scheda elettorale affiancato dal simbolo del partito di
appartenenza o dai simboli dei partiti della coalizione che lo presenta,
similmente nei collegi uni e plurinominali.
Viene previsto un limite
di genere e devono essere presentate liste di candidati di generi differenti nella
proporzione del 60 e 40 per cento e per i trans e gay?
Una norma veramente
moderna dovrebbe assegnare anche ai diversi generi una percentuale minima di
rappresentanti, forse la soglia minima del 3% per poter partecipare alla
spartizione dei seggi consentirà la formazione di un partito apposito.
Sostanzialmente, a parte
i meccanismi di calcolo dei voti accuratamente descritti, i limiti di
presentazione degli stessi nominativi in più collegi plurinominali ed il minimo
numero di concorrenti da presentare per ogni collegio il rosatellum è servito.
Legge
elettorale: rappresentanza diretta
Tanto rumore per nulla
potrebbe essere il titolo della nuova legge elettorale che per ora un risultato
certo incassa: la eliminazione dei rappresentanti politici direttamente scelti
mediante la espressione delle preferenze dai singoli cittadini.
Tutto appare troppo
semplice, ripensiamoci e vediamo se si può migliorare visto che forse la
modifica della legge elettorale proposta potrebbe non essere a breve approvata.