mercoledì 4 ottobre 2017

Legge elettorale l’agognata modifica


L’argomento del giorno più discusso dai politici italiani e più diffuso dai media è sicuramente l’auspicata modifica della legge elettorale.

In effetti alcuni osservano che piuttosto vi sarebbero altre più urgenti questioni da approfondire e di ben maggiore interesse per la collettività ed i singoli.

Ci si riferisce al campo economico e sociale, alla sicurezza, e alla mancata attuazione delle riforme legislative più recenti (ad esempio la abolizione delle Province che non si è ancora correttamente inquadrata forse perché lo Stato non ha fornito più precise e vincolanti direttive alle Regioni).

Cerchiamo comunque di comprendere meglio la nuova legge elettorale e di che cosa si discute con tanto impegno tra i nostri governanti, almeno con una prima esposizione generica e grossolana delle novità in attesa del testo definitivo e delle osservazioni dei lettori interessati.

Legge elettorale: il Rosatellum

Innanzitutto un comune cittadino, dotato di media cultura e capace di leggere, che voglia cercare di conoscere meglio e direttamente di che si discute non lo potrà fare leggendo semplicemente il testo del rosatellum (uno o due) presentato in commissione.

Come per tutte le leggi infatti, invece di riscrivere articolando in via definitiva il testo, la proposta è composta da una serie di modifiche ad articoli e commi (alcuni desueti) della vecchia legge elettorale del 1957 e da nuovi articoli che si sovrappongono e/o aggiungono.

Quindi se si vuole capire di cosa si tratta nell’insieme e come incidono le modifiche non si può leggere solo il testo in discussione a meno che non si conoscano alla perfezione i testi precedenti.

Pertanto quasi tutti si affideranno alle considerazioni dei giornalai (pardon: Giornalisti!) che ovviamente tenderanno a porre in evidenza ciascuno la bontà degli aspetti più affini alle posizioni politiche dei loro editori.

Innanzitutto si osserva che secondo tutti i politici, allo scopo di rendere governabile il paese, deve considerarsi obsoleta la vecchia abitudine di poter esercitare il voto scegliendo il partito (in pratica l’ideologia) ed esprimendo contemporaneamente la preferenza per uno dei candidati di tale partito.

I candidati destinati ad essere membri del governo dovrebbero essere selezionati più propriamente attraverso le elezioni primarie dei partiti, che peraltro al momento non sono chiaramente previste e regolamentate da alcuna legge.

Collegi Elettorali

La proposta di legge prevede oltre che la individuazione delle circoscrizioni (già utilizzate in precedenza e connesse alla densità territoriale dei cittadini elettori), la formazione di collegi elettorali uninominali e plurinominali.

Limitiamoci ad esaminare le regole proposte per la elezione della camera dei deputati (per il senato gli aspetti essenziali sono simili), senza dilungarsi nell’esame delle 40 pagine in cui consiste il rosatellum; chi volesse approfondire può scaricarlo in pdf da vari siti internet.

Si è determinato che i nostri quasi mille deputati scaturiranno (o prenderanno vita politica!) in 231 perché eletti in collegi uninominali e il rimanente sarà eletto nell’ambito dei collegi plurinominali.

Ogni singolo nominativo apparirà nella scheda elettorale affiancato dal simbolo del partito di appartenenza o dai simboli dei partiti della coalizione che lo presenta, similmente nei collegi uni e plurinominali.

Viene previsto un limite di genere e devono essere presentate liste di candidati di generi differenti nella proporzione del 60 e 40 per cento e per i trans e gay?

Una norma veramente moderna dovrebbe assegnare anche ai diversi generi una percentuale minima di rappresentanti, forse la soglia minima del 3% per poter partecipare alla spartizione dei seggi consentirà la formazione di un partito apposito.

Sostanzialmente, a parte i meccanismi di calcolo dei voti accuratamente descritti, i limiti di presentazione degli stessi nominativi in più collegi plurinominali ed il minimo numero di concorrenti da presentare per ogni collegio il rosatellum è servito.

Legge elettorale: rappresentanza diretta

Tanto rumore per nulla potrebbe essere il titolo della nuova legge elettorale che per ora un risultato certo incassa: la eliminazione dei rappresentanti politici direttamente scelti mediante la espressione delle preferenze dai singoli cittadini.

Tutto appare troppo semplice, ripensiamoci e vediamo se si può migliorare visto che forse la modifica della legge elettorale proposta potrebbe non essere a breve approvata.