Le elezioni regionali in
Sicilia sono oggi (ma forse da sempre) considerate come un test importante dal
quale si possono avere indicazioni sui risultati di successive consultazioni
nazionali.
Ovviamente il
raggruppamento politico che prevarrà non mancherà di sottolineare la sua
vittoria in Sicilia come se si trattasse di una generica benemerenza elettorale
meritatamente acquisita, anche se la particolare situazione in cui si trova
questa regione a statuto speciale e le istanze locali non possono certo
esattamente essere accomunate alla realtà dell’intero paese Italia.I veri contendenti per le elezioni regionali in Sicilia
I principali contendenti
che si batteranno nelle elezioni regionali in Sicilia, quelli con speranza di
successo, per ottenere il potere sono di fatto espressione di tre gruppi; due
si possono considerare storici e sono rispettivamente definibili di destra (o
meglio centro destra) e di sinistra (o meglio centro sinistra).
Il terzo concorrente
facente capo al movimento cinque stelle viene da alcuni considerato di destra
in funzione della sua tendenza al rispetto dell’apparato legislativo ed
organizzativo vigente, che programma di gestire virtuosamente, mentre le istanze
populiste dallo stesso propugnate ricalcano talvolta slogan e proposizioni di
sinistra.
Non vi è reale
aspettativa di vittoria per nessun altro candidato e comunque tutti i partiti
intendono perseguire il benessere dei siciliani, combattere la piaga della
illegalità e della mafia che, a torto o a ragione, si ritiene permeino il
tessuto sociale della regione e allo scopo tutti affermano di voler promuovere
la formazione di un consiglio regionale composto da elementi capaci, onesti e
virtuosi.
Da qualche tempo i metodi
di propaganda politica si sono raffinati assai, tanto che gli stessi individui
che hanno gestito il potere e che desiderano ovviamente rimontare in sella, se
da un lato evidenziano gli eventuali buoni risultati ottenuti durante la loro
amministrazione, dall'altro criticano ed attaccano con la stessa veemenza degli
avversari tutto ciò che può rappresentare le pecche della precedente loro stessa
amministrazione.
Pertanto da tutti i
concorrenti per le elezioni regionali in Sicilia provengono gli stessi proclami,
chi è stato al potere vuole combattere i metodi burocratici, dallo stesso fino
a ieri utilizzati e tollerati, eliminare ogni malversazione rottamando persone
e atti di gestione, in definitiva, salvando pochi tra i provvedimenti già presi
(quelli che possono sembrare aver giovato ai cittadini).
Chi fino ad oggi ha
governato vuole rivoluzionare tutto o quasi, esattamente come e forse più degli
altri concorrenti che lo vogliono sostituire; restano salve solo le eventuali
differenze tra i principi (vaghi) ideologico politici dei diversi
raggruppamenti.
Da un punto di vista
estremamente pratico, considerato quanto sopra e per assurdo, si potrebbero
risparmiare un bel po’ di soldini eliminando le votazioni e procedendo di volta
in volta ad estrarre a sorte tra i rappresentanti più qualificati (scelti
ovviamente dai partiti) il nominativo di chi dovrà governare.
Si è udito durante una
trasmissione televisiva un commento del massimo esponente del M5stelle (Grillo)
che riteneva importante la conquista della Sicilia anche perché essendo regione
a statuto speciale poteva, se acquisita, essere oggetto di esperimenti che se
riusciti dovrebbero eventualmente essere estesi su scala nazionale e la estrazione
a sorte tra i candidati rappresenterebbe un magnifico esperimento iniziale.
Nella realtà, comparando
con diffidenza i dati resi noti dei vari sondaggi, è quasi certo che il
raggruppamento di destra, magari con l’ausilio di qualche appoggio esterno
potrà guidare nei prossimi anni la regione Sicilia, ma se prevalesse un altro
soggetto nulla di veramente nuovo ci si dovrà comunque aspettare.