venerdì 3 novembre 2017

Elezioni in Sicilia

Le elezioni regionali in Sicilia sono oggi (ma forse da sempre) considerate come un test importante dal quale si possono avere indicazioni sui risultati di successive consultazioni nazionali.
Ovviamente il raggruppamento politico che prevarrà non mancherà di sottolineare la sua vittoria in Sicilia come se si trattasse di una generica benemerenza elettorale meritatamente acquisita, anche se la particolare situazione in cui si trova questa regione a statuto speciale e le istanze locali non possono certo esattamente essere accomunate alla realtà dell’intero paese Italia.

I veri contendenti per le elezioni regionali in Sicilia

I principali contendenti che si batteranno nelle elezioni regionali in Sicilia, quelli con speranza di successo, per ottenere il potere sono di fatto espressione di tre gruppi; due si possono considerare storici e sono rispettivamente definibili di destra (o meglio centro destra) e di sinistra (o meglio centro sinistra).

Il terzo concorrente facente capo al movimento cinque stelle viene da alcuni considerato di destra in funzione della sua tendenza al rispetto dell’apparato legislativo ed organizzativo vigente, che programma di gestire virtuosamente, mentre le istanze populiste dallo stesso propugnate ricalcano talvolta slogan e proposizioni di sinistra.

Non vi è reale aspettativa di vittoria per nessun altro candidato e comunque tutti i partiti intendono perseguire il benessere dei siciliani, combattere la piaga della illegalità e della mafia che, a torto o a ragione, si ritiene permeino il tessuto sociale della regione e allo scopo tutti affermano di voler promuovere la formazione di un consiglio regionale composto da elementi capaci, onesti e virtuosi.

Da qualche tempo i metodi di propaganda politica si sono raffinati assai, tanto che gli stessi individui che hanno gestito il potere e che desiderano ovviamente rimontare in sella, se da un lato evidenziano gli eventuali buoni risultati ottenuti durante la loro amministrazione, dall'altro criticano ed attaccano con la stessa veemenza degli avversari tutto ciò che può rappresentare le pecche della precedente loro stessa amministrazione.

Pertanto da tutti i concorrenti per le elezioni regionali in Sicilia provengono gli stessi proclami, chi è stato al potere vuole combattere i metodi burocratici, dallo stesso fino a ieri utilizzati e tollerati, eliminare ogni malversazione rottamando persone e atti di gestione, in definitiva, salvando pochi tra i provvedimenti già presi (quelli che possono sembrare aver giovato ai cittadini).
Chi fino ad oggi ha governato vuole rivoluzionare tutto o quasi, esattamente come e forse più degli altri concorrenti che lo vogliono sostituire; restano salve solo le eventuali differenze tra i principi (vaghi) ideologico politici dei diversi raggruppamenti.

Da un punto di vista estremamente pratico, considerato quanto sopra e per assurdo, si potrebbero risparmiare un bel po’ di soldini eliminando le votazioni e procedendo di volta in volta ad estrarre a sorte tra i rappresentanti più qualificati (scelti ovviamente dai partiti) il nominativo di chi dovrà governare.

Si è udito durante una trasmissione televisiva un commento del massimo esponente del M5stelle (Grillo) che riteneva importante la conquista della Sicilia anche perché essendo regione a statuto speciale poteva, se acquisita, essere oggetto di esperimenti che se riusciti dovrebbero eventualmente essere estesi su scala nazionale e la estrazione a sorte tra i candidati rappresenterebbe un magnifico esperimento iniziale.


Nella realtà, comparando con diffidenza i dati resi noti dei vari sondaggi, è quasi certo che il raggruppamento di destra, magari con l’ausilio di qualche appoggio esterno potrà guidare nei prossimi anni la regione Sicilia, ma se prevalesse un altro soggetto nulla di veramente nuovo ci si dovrà comunque aspettare.