lunedì 13 novembre 2017

Feste elettorali risultati della competizione elettorale siciliana

Come da previsione debitamente espressa nelle annotazioni pubblicate nel precedente articolo, un paio di giorni prima dello svolgimento della competizione elettorale siciliana, il candidato della coalizione di destra è risultato il più votato ed ha di fatto vinto.

Al solito tutti i vari competitor si sono dichiarati abbastanza soddisfatti dei risultati ottenuti e/o hanno comunque spiegato che la causa del loro scarso risultato era dovuta all'azione di terzi soggetti.

Vediamo di esaminare secondo realtà e correttezza quanto è avvenuto con massima semplicità e chiarezza. Allo scopo rivediamo i risultati approssimando le varie cifre inserendole in un contesto diverso da quello di propaganda politica a favore dell’uno o dell’altro movimento politico.

Risultati della competizione elettorale siciliana: analisi dei dati 

Di fatto il candidato di destra ha racimolato circa il 38% delle preferenze espresse; quello di sinistra circa il 20%; quello del Movimento cinque stelle circa il 35% e quello che fa capo ad alcuni fuoriusciti dalla sinistra e ad alcuni movimenti di estrema sinistra circa il 9%; si tralasciano altri non significativi concorrenti.

Grazie alla possibilità di esprimere un voto disgiunto i risultati di liste e coalizioni si discostano ancora di più da quelli approssimativi dei candidati sopra evidenziati, ma evitiamo di prendere in considerazione tali variazioni e proseguiamo a ragionare.

Innanzitutto, alcuni lo hanno ricordato solo come vaga annotazione tra le righe, non si è data sufficiente rilevanza al fatto che solo circa il 46% degli elettori si è recato alle urne.

Considerato che gli elettori sono fino a prova contraria tutti i cittadini aventi diritti politici, sarebbe più corretto che i risultati delle urne venissero per ossequio alla realtà così indicati: il candidato di destra ha ottenuto il 17,48 per cento di preferenze (avuto riguardo al totale degli elettori); quello di sinistra il 9,2 per cento; il M5 Stelle il 16,1 per cento; la cosiddetta estrema sinistra il 4,1 per cento.

Avendo così meglio definiti i risultati elettorali si può asserire senza ombra di dubbio che di gran lunga vincente è stato il partito degli astensionisti, che anche se non rappresentato ha vinto sbaragliando i più quotati avversari in Sicilia per 56 a 17. Si noti che lo stesso partito astensionista addirittura ha riscosso ben il 74% delle preferenze nella contemporanea tornata elettorale tenutasi nel comune di Ostia (RM).

Come si devono considerare se non voti di protesta i non voti espressi dagli astensionisti?

Elezioni e astensionismo chi sarà il vero vincitore?

Se in occasione della prossima tornata elettorale nazionale, che si terrà entro i prossimi cinque/sei mesi il fenomeno dell’astensionismo si dovesse riconfermare allo stesso livello, quale pretesa di rappresentare il popolo italiano potrebbero avere i politici eletti in tale circostanza?

La mancata espressione di voto può forse essere intesa come acquiescenza all'operato di chi ha governato e governa o piuttosto è la massima espressione di una protesta che nasce da una insoddisfazione di parte dei cittadini nei confronti dell’attuale sistema democratico che nei fatti non interpreta correttamente le volontà dei più?

Un evidente segnale della citata insoddisfazione è rappresentato dal notevole successo che hanno di recente ottenuto alcuni movimenti estremisti che apertamente dichiarano di voler utilizzare la prevaricazione al posto della discussione democratica per far rispettare e/o imporre vecchie e nuove regole di convivenza sociale.

La razionalità e la preveggenza, principi ispiratori dei buoni governanti, non si evidenziano più così chiaramente ed anzi molti politici troppo spesso si sbilanciano nel gratificare con promesse non razionalmente mantenibili il proprio elettorato per paura di non raccogliere sufficiente consenso.


Proprio rileggendo con più accuratezza i risultati delle elezioni regionali ed esaminandoli da punti di vista non faziosi si spera possa nascere qualche proposta politica più aderente alla realtà e più giusta dal punto di vista sociale.