Come da previsione
debitamente espressa nelle annotazioni pubblicate nel precedente articolo, un paio di
giorni prima dello svolgimento della competizione elettorale siciliana, il
candidato della coalizione di destra è risultato il più votato ed ha di fatto
vinto.
Al solito tutti i vari
competitor si sono dichiarati abbastanza soddisfatti dei risultati ottenuti e/o
hanno comunque spiegato che la causa del loro scarso risultato era dovuta
all'azione di terzi soggetti.
Vediamo di esaminare
secondo realtà e correttezza quanto è avvenuto con massima semplicità e chiarezza.
Allo scopo rivediamo i risultati approssimando le varie cifre inserendole in un contesto diverso da quello
di propaganda politica a favore dell’uno o dell’altro movimento politico.
Risultati della competizione elettorale siciliana: analisi dei dati
Di fatto il candidato di
destra ha racimolato circa il 38% delle preferenze espresse; quello di sinistra
circa il 20%; quello del Movimento cinque stelle circa il 35% e quello che fa
capo ad alcuni fuoriusciti dalla sinistra e ad alcuni movimenti di estrema
sinistra circa il 9%; si tralasciano altri non significativi concorrenti.
Grazie alla possibilità
di esprimere un voto disgiunto i risultati di liste e coalizioni si discostano
ancora di più da quelli approssimativi dei candidati sopra evidenziati, ma evitiamo
di prendere in considerazione tali variazioni e proseguiamo a ragionare.
Innanzitutto, alcuni lo
hanno ricordato solo come vaga annotazione tra le righe, non si è data
sufficiente rilevanza al fatto che solo circa il 46% degli elettori si è recato
alle urne.
Considerato che gli
elettori sono fino a prova contraria tutti i cittadini aventi diritti politici,
sarebbe più corretto che i risultati delle urne venissero per ossequio alla
realtà così indicati: il candidato di destra ha ottenuto il 17,48 per cento di
preferenze (avuto riguardo al totale degli elettori); quello di sinistra il 9,2
per cento; il M5 Stelle il 16,1 per cento; la cosiddetta estrema sinistra il 4,1
per cento.
Avendo così meglio
definiti i risultati elettorali si può asserire senza ombra di dubbio che di
gran lunga vincente è stato il partito degli astensionisti, che anche se non
rappresentato ha vinto sbaragliando i più quotati avversari in Sicilia per 56 a
17. Si noti che lo stesso partito astensionista addirittura ha riscosso ben il 74%
delle preferenze nella contemporanea tornata elettorale tenutasi nel comune di
Ostia (RM).
Come si devono
considerare se non voti di protesta i non voti espressi dagli astensionisti?
Elezioni e astensionismo chi sarà il vero vincitore?
Se in occasione della
prossima tornata elettorale nazionale, che si terrà entro i prossimi cinque/sei
mesi il fenomeno dell’astensionismo si dovesse riconfermare allo stesso
livello, quale pretesa di rappresentare il popolo italiano potrebbero avere i
politici eletti in tale circostanza?
La mancata espressione di
voto può forse essere intesa come acquiescenza all'operato di chi ha governato
e governa o piuttosto è la massima espressione di una protesta che nasce da una
insoddisfazione di parte dei cittadini nei confronti dell’attuale sistema
democratico che nei fatti non interpreta correttamente le volontà dei più?
Un evidente segnale della
citata insoddisfazione è rappresentato dal notevole successo che hanno di
recente ottenuto alcuni movimenti estremisti che apertamente dichiarano di
voler utilizzare la prevaricazione al posto della discussione democratica per
far rispettare e/o imporre vecchie e nuove regole di convivenza sociale.
La razionalità e la
preveggenza, principi ispiratori dei buoni governanti, non si evidenziano più
così chiaramente ed anzi molti politici troppo spesso si sbilanciano nel
gratificare con promesse non razionalmente mantenibili il proprio elettorato
per paura di non raccogliere sufficiente consenso.
Proprio rileggendo con
più accuratezza i risultati delle elezioni regionali ed esaminandoli da punti
di vista non faziosi si spera possa nascere qualche proposta politica più
aderente alla realtà e più giusta dal punto di vista sociale.