venerdì 24 novembre 2017

Schieramenti politici: previsioni brevi e semplici per le prossime elezioni


In attesa di apprendere ciò che i nostri politici ci vorranno definitivamente comunicare in merito agli schieramenti che si daranno battaglia per il governo dei prossimi cinque anni, attualmente oggetto di complesse e teatrali trattative, cerchiamo di azzardare una previsione di massima su quanto dovrà avvenire basandoci in buona parte anche su una semplice analisi psicologica degli elettori.

Schieramenti politici: prima analisi

Premesso che la attuale crisi economica, assai preoccupante per quasi tutti, sembra ancora non scongiurata ma destinata a durare a lungo e che molti italiani temono di dover affrontare ulteriori sacrifici o comunque di dover continuare a perdere parte dei molti, pochi o pochissimi privilegi eventualmente ottenuti è facile individuare la paura come componente forse maggioritaria tra le motivazioni delle scelte di voto.

Altra componente rilevante è la rabbia dovuta al generale scontento avvertito nei confronti degli stessi politici (passati e presenti), a torto o a ragione ormai da molti ritenuti quanto meno corresponsabili dei nostri problemi, non certo da loro condivisi, visti i privilegi di cui notoriamente godono.

La stessa rabbia può indurre da un lato a votare contro i partiti attualmente al potere, ma, specie se accompagnata da un sentimento di sfiducia generica, porta a pratiche astensioniste ed al rifiuto di sostenere una qualsiasi delle parti in gioco.

Di certo il risultato delle prossime consultazioni, secondo i campioni di elettori ad oggi sondaggiati, dovrebbe favorire un generale cambiamento ed un conseguente miglioramento del tenore di vita dei cittadini, lo stesso cambiamento peraltro è auspicato da tutti i concorrenti, nessuno escluso.

Schieramenti politici il vento dei voti

La motivazione che porterà l’elettore a votare per l’uno o l’altro dei politici che si presentano al giudizio delle urne non è più da tempo condizionata prevalentemente dalla pura e semplice componente ideologica e ben consci di questo i vari leader già hanno anticipato la distribuzione delle esche utili per pescare la maggior quantità possibile di voti.

Ed allora: chi promette un reddito di cittadinanza, chi una pensione minima di mille Euro, chi una serie di incentivazioni per le imprese, chi uno sgravio dei costi del lavoro e chi più ne ha più ne metta!

Si presuppone che l’insieme di quanto promesso sia stato ovviamente valutato sotto l’aspetto economico, in relazione alla possibilità del nostro bilancio statale di affrontarne le conseguenze economiche, malgrado i vincoli internazionali e che magari la sostenibilità di ulteriori spese derivi da una nascosta plusvalenza o da un tesoretto individuati grazie ad un attento esame dei cosiddetti uffici studio dei singoli partiti, una volta spesso citati dai nostri onorevoli ed ora non più. 

Ma tali organismi esistono ancora o si procede per sola approssimazione e/o per sentito dire?

Restando ancorati all'evidenza della realtà e considerate le osservazioni e premesse di cui sopra si rileva che, sulla base dei pochi dati ormai certi, fra pochi mesi alle prossime elezioni andranno a votare circa il 50% dei cittadini aventi diritto, e lo schieramento così detto di centrodestra dovrebbe comunque prevalere, anche se non in larghissima misura, su tutti gli altri.

Solo nuovi eclatanti avvenimenti (qualche rinvio a giudizio eccellente, qualche nuovo scandalo tirato fuori all'ultimo momento proprio per convenienza elettorale, una improvvisa e devastante crisi a livello mondiale ecc.) ovvero una imprevista più corposa partecipazione al voto potrebbero riservare qualche significativa sorpresa.

Quanto sta avvenendo sotto i nostri occhi ed avverrà, ancora una volta come in passato, nell'insieme non appare certamente idoneo a promuovere lo sviluppo degli stessi principi etici e di libertà, fraternità ed eguaglianza che ormai da secoli dovrebbero essere la base dello ordinamento democratico delle società civili, pensiamoci!