La vicenda che ha
sconvolto Macerata, una tranquilla cittadina di provincia, almeno per il
momento, è divenuta preminente argomento di discussione politico morale (molto
più politico che morale), utilizzato ai fini di propaganda elettorale.
Un cittadino italiano,
cresciuto ed educato in patria, che in precedenza non sembra avesse dato
segnale di essere affetto da pazzia, si è messo a sparare contro altri esseri
umani, colpevoli solo di condividere il colore nero della loro pelle con gli
individui che poco tempo prima hanno ucciso e fatto a pezzi una ragazza
abbandonandone in campagna i miseri resti, racchiusi in due valige.
Almeno sei sono state le
vittime raggiunte dai proiettili della pistola (regolarmente detenuta) del
tragico attore della vicenda, che, girovagando con la propria automobile per le
strade di Macerata, sparava a vista sui NEGRI che incrociava e per fortuna
nessuno è stato colpito mortalmente.
Se si considera
l’accaduto come derivante da un improvviso attacco di follia omicida a poco
serve indugiare sulla motivazione (una reazione a scopo di vendetta per
l’atroce delitto commesso dagli assassini di cui sopra) che, secondo quanto ha
affermato lo stesso stragista, ha innescato tale comportamento: la causa
scatenante poteva essere una qualsiasi, più o meno tragica e null'altro si
potrebbe dire.
Serve anche a poco voler
cercare di inquadrare logicamente motivi e dinamica dell’accaduto soffermandosi
sulle precedenti abitudini comportamentali del colpevole e sulla sua militanza
ideologica e/o politica di tipo estremista, se si impazzisce veramente tutto il
resto non conta, individuare ambienti e cause scatenanti ed indizi premonitori,
atti a spiegare i fatti, è semplice argomento di disquisizione teorica elaborata
a posteriori.
Quanti atroci delitti
sono stati improvvisamente commessi da persone che fino a poco prima di
uccidere non hanno manifestato alcun comportamento asociale o evidenziato alcun
sintomo di devianza?
E’ invero accertato che
il soggetto autore della strage da sempre si è professato come appartenente al
mondo dell’estrema destra, quella conosciuta come neo (ormai già vetero)
fascista, ideologicamente incline a giustificare azioni violente e vendette,
anche se trasversali.
Testimoni hanno riferito
che chi ha sparato era solito utilizzare (provocatoriamente?) il gesto del
saluto fascista quando entrava nella palestra abitualmente frequentata e la
polizia ha rinvenuto nella sua abitazione alcuni libri che propugnano e
teorizzano visioni nazifasciste della società civile: sono forse questi
particolari da considerare indizi di comportamento asociale e quindi di
possibile consequenziale pazzia?
Sarà la magistratura a
determinare attraverso un processo se le vittime della strage di Macerata sono
state ferite da un MATTO o da un soggetto convintosi ad agire per affermare i
propri principi ideologici, condivisi peraltro da migliaia di altri estremisti.
Il ministro degli interni,
da parte sua, ha chiaramente dichiarato che si aspettava una qualche azione,
anche violenta, da parte di comuni cittadini nei confronti dei troppi migranti,
accolti in Italia per nobili motivi umanitari, poi di fatto male assistiti o abbandonati
a se stessi e costretti all'accattonaggio e/o a delinquere per sopravvivere.
Molti partiti hanno
approfittato dell’accaduto per ribadire il proprio credo di moderati, riproponendo,
mediante l’organizzazione di cortei e manifestazioni in diverse città, la mai
sopita polemica tra anti fascisti, democratici e non violenti, che si oppongono
ai fascisti definiti antidemocratici, razzisti, comunque usualmente violenti.
Gli avvenimenti sopra
riassunti sono stati riportati con grande evidenza da tutti i media, ma non
appare siano stati illustrati in modo consono ad inquadrare esattamente la
essenza e consistenza della problematica reale che incombe a monte dei fatti di
cronaca raccontati e che i nostri futuri governanti dovranno cercare di
affrontare.
Si tratta di riuscire a
risolvere il problema della presenza in Italia di circa seicentomila esseri
umani, per lo più di colore, abitudini, comportamenti, religione e sensibilità
differenti da quelli dei nostri cittadini.
Si tratta di dar loro la
possibilità di mangiare ed abitare dignitosamente in attesa che si possa
determinare se avranno il diritto e la possibilità di lavorare ed integrarsi
nel nostro paese in quanto veri profughi e non migranti economici o comunque
clandestini.
Si tratta di chiarire a
noi stessi se la situazione di crisi e stagnazione economica, nella quale da tempo noi italiani ci
dibattiamo, consentirà di procedere a tali integrazioni senza provocare
tracolli e maggiori danni.
Si tratta di dover
organizzare il rimpatrio di quelle centinaia di migliaia di non aventi diritto
a permanere in Italia, operazione assai difficile ed onerosa, o di individuare
una diversa categoria e/o modalità di accoglienza.
Si tratta di garantire
nel frattempo condizioni di sicurezza per tutti evitando la guerra di
contrapposizione, già in atto ed evidenziata dagli avvenimenti di Macerata, tra
gli italiani (in specie i più poveri) e i migranti.
In termini economici, per
dare a tutti questi stranieri una adeguata assistenza, togliendoli dalla
strada, si dovrebbero impegnare forse più di (prevedibili) sei/sette miliardi
di Euro annui, almeno per i primi due/tre anni (soldi che non sembrano essere subito
totalmente disponibili e, se lo fossero, molti preferirebbero che venissero
impiegati in favore dei nostri concittadini sempre più poveri).
I partiti sono probabilmente
consci della onerosità del problema, ma nei loro programmi elettorali pur
indicando varie soluzioni (più o meno condivisibili) non sembra abbiano
chiaramente esplicitato le connesse e necessarie coperture economiche.
Il nostro attuale governo
da tempo attribuisce all’ Europa una totale corresponsabilità per il
verificarsi di tale situazione e richiede agli organi comunitari fattivi
interventi, ma intanto i migranti, da sempre lasciati senza congruo e ben
organizzato sostegno, bivaccano e vagano
liberamente per le vie delle nostre città.
Riproporre vecchie
diatribe ideologiche, presumendo di poter solo così motivare e capire il perché
degli eventi reali di cronaca o ribadire nelle piazze generici slogan contro il
razzismo di matrice fascista e la violenza estremista non aiuta fattivamente a risolvere
il problema immigrati nel cui contesto è maturata la tragedia di Macerata.
Questa è divenuta, per
quasi tutti i candidati alle prossime elezioni, una occasione per concionare su
principi assolutamente condivisibili (in primis quello della non violenza) che
dovrebbero essere alla base di tutte le organizzazioni sociali.
Si noti bene, nessuno ha
mai messo in discussione tali principi e non si comprende perché sia necessario
parlarne come se si trattasse di un importante punto programmatico ancora in
attuazione.
Forse molti elettori
vorrebbero che il tempo precedente l’election day fosse invece più
concretamente utilizzato per essere meglio informati sugli altri punti dei vari
programmi proposti per decidere se e per chi votare.
Peraltro le ideologie
eticamente corrette non aiutano in pratica a ridurre il naturale imbarazzo di
un genitore che, accompagnando i figli a scuola, è spesso costretto a zigzagare
sui marciapiedi o nei sottopassi pedonali per evitare i mucchi di cartoni
maleodoranti sotto ai quali si riparano degli esseri che sono uomini aventi
diritto alla nostra stessa dignità.