Nel corso della battaglia
elettorale i partiti stanno sottoponendo agli elettori vari programmi di governo, indistintamente volti a procurare un più diffuso benessere sociale e basati
sulla necessità di reperire maggiori risorse da elargire ai cittadini, malgrado
la non proprio brillante situazione dei conti pubblici.
Quasi tutti i politici
sono peraltro ben consci che le loro promesse non verranno considerate proprio
vincolanti e certe da molti elettori che, considerate le passate e recenti esperienze,
hanno abbandonato il ruolo di CREDULONI.
Vi è il sentore che, a
parte un possibile massiccio incremento dell’astensionismo, la gente comune si
motiverà al voto per l’uno o per l’altro dei candidati (peraltro sconosciuti ai
non addetti ai lavori perché scelti a discrezione delle varie segreterie
politiche) pensando di votare per il più degno di fiducia o meglio, come da
molti affermato, per il meno peggio.
Ecco il motivo per cui la
discussione politica, anziché incentrarsi primariamente sulla valenza delle
ideologie contrapposte o sulla correttezza e sostenibilità delle visioni
programmatiche, si è da tempo dedicata (direttamente o indirettamente) al vero
e proprio sputtanamento dei rappresentanti e dei componenti dei partiti
avversari.
In verità si può dubitare
che il cittadino, che si può definire comune (ad esempio un giovane mediamente
colto in cerca di prima occupazione o un vecchio operaio prossimo alla
pensione) possa agevolmente comprendere le sottigliezze di una approfondita
disquisizione ideologica e interpretare correttamente cifre, numeri indice,
algoritmi, grafici previsionali ed altro, che dovrebbero essere stati presi in
considerazione da ciascun gruppo politico prima di formulare il proprio
programma.
Per ottenere più voti bisogna
allora promettere benefici a tutti e comunque (cosa importantissima) indurre
dubbi sulla correttezza, l’onestà, la sincerità, la sanità mentale ed altro
degli avversari politici.
Procedendo ad applicare questa
strategia, i partiti, tranne poche minori formazioni non giudicate degne di
attenzione, sono stati coinvolti da irriguardosi reciproci attacchi politico
mediatici, volti per lo più a denigrare i comportamenti e la moralità dei
rappresentanti avversari.
Riassumiamo per sommi
capi cosa si è detto e propagandato in campagna elettorale con il compiaciuto
supporto di tutti i media, tralasciando di evidenziare moltissime ulteriori
innumerevoli squallide vicende coinvolgenti esponenti locali dei vari partiti,
perché altrimenti non si finirebbe mai di scriverne.
Apriamo le danze: un
familiare dell’ex premier, ora segretario del maggior partito della cosiddetta
sinistra, viene additato come tessitore di presunti loschi traffici di influenza
volti a favorire degli amici (noti imprenditori) nella assegnazione di appalti
per forniture allo stato.
In prosieguo si accusa il
padre di una ministra in carica di risultare coinvolto nella nota questione dei
fallimenti bancari e si dubita che la stessa ministra abbia cercato di
favorirlo.
Si tralascia di
disquisire sul fatto, debitamente evidenziato dagli AVVERSARI, che l’esponente
di maggior prestigio della coalizione di destra è stato oggetto di condanna
definitiva e soggetto a pena accessoria che gli impedisce di assumere cariche
pubbliche.
Si tralascia anche di dare
giudizi sugli aspetti morali del comportamento di alcuni rappresentanti del
movimento cinque stelle che attraverso la esibizione di false attestazioni di
versamento hanno cercato di sfuggire agli impegni economici presi nei confronti
del loro partito e degli elettori.
Addirittura un candidato
dello stesso movimento viene clamorosamente attaccato a livello personale con
l’accusa di violenza privata nei confronti della consorte, pur essendo stato
considerato un eroe e figura decisamente integra per il comportamento da lui
stesso tenuto durante e dopo il noto tragico naufragio della nave da crociera
Costa Concordia.
Una inchiesta (se così si
può definire) condotta da alcuni giornalisti (forse politicamente stimolati e
schierati), nella quale si è fatto decisivo uso di agenti provocatori, fa presumere
la ancora attuale sussistenza di illeciti traffici in Campania tra politici e
mafia, relativi alla problematica dello smaltimento rifiuti e la stessa fonte
giornalistica preannuncia un seguito che coinvolgerebbe anche altre regioni nel
nord del nostro bel paese.
Vi sono allora veramente
concrete ragioni per poter credere nel vecchio motto (il più pulito ha la
rogna) denigratorio nei confronti di chi si occupa di politica in Italia.
Se poi si considera che
il presidente del consiglio italiano e il presidente del parlamento europeo
hanno di fatto posto il dubbio sulla correttezza dell’operato dei commissari
europei addetti alla scelta della nazione che dovrà ospitare la agenzia del
farmaco (affare che varrebbe per il paese ospitante un incremento economico di
circa un miliardo di Euro) sorge il dubbio che quanto detto per i nostri
rappresentanti politici valga anche altrove.
Ci sia allora concesso
ritornare indietro e ricordare il motto o tempora o mores (che tempi, quali
costumi) cercando di risciacquarci la bocca divenuta nel frattempo amara.