martedì 27 febbraio 2018

Votazioni ed elezioni politiche 2018: gossip pre elettorale


Nel corso della battaglia elettorale i partiti stanno sottoponendo agli elettori vari programmi di governo, indistintamente volti a procurare un più diffuso benessere sociale e basati sulla necessità di reperire maggiori risorse da elargire ai cittadini, malgrado la non proprio brillante situazione dei conti pubblici.

Quasi tutti i politici sono peraltro ben consci che le loro promesse non verranno considerate proprio vincolanti e certe da molti elettori che, considerate le passate e recenti esperienze, hanno abbandonato il ruolo di CREDULONI.

Vi è il sentore che, a parte un possibile massiccio incremento dell’astensionismo, la gente comune si motiverà al voto per l’uno o per l’altro dei candidati (peraltro sconosciuti ai non addetti ai lavori perché scelti a discrezione delle varie segreterie politiche) pensando di votare per il più degno di fiducia o meglio, come da molti affermato, per il meno peggio.

Ecco il motivo per cui la discussione politica, anziché incentrarsi primariamente sulla valenza delle ideologie contrapposte o sulla correttezza e sostenibilità delle visioni programmatiche, si è da tempo dedicata (direttamente o indirettamente) al vero e proprio sputtanamento dei rappresentanti e dei componenti dei partiti avversari.

In verità si può dubitare che il cittadino, che si può definire comune (ad esempio un giovane mediamente colto in cerca di prima occupazione o un vecchio operaio prossimo alla pensione) possa agevolmente comprendere le sottigliezze di una approfondita disquisizione ideologica e interpretare correttamente cifre, numeri indice, algoritmi, grafici previsionali ed altro, che dovrebbero essere stati presi in considerazione da ciascun gruppo politico prima di formulare il proprio programma.

Per ottenere più voti bisogna allora promettere benefici a tutti e comunque (cosa importantissima) indurre dubbi sulla correttezza, l’onestà, la sincerità, la sanità mentale ed altro degli avversari politici.

Procedendo ad applicare questa strategia, i partiti, tranne poche minori formazioni non giudicate degne di attenzione, sono stati coinvolti da irriguardosi reciproci attacchi politico mediatici, volti per lo più a denigrare i comportamenti e la moralità dei rappresentanti avversari.

Riassumiamo per sommi capi cosa si è detto e propagandato in campagna elettorale con il compiaciuto supporto di tutti i media, tralasciando di evidenziare moltissime ulteriori innumerevoli squallide vicende coinvolgenti esponenti locali dei vari partiti, perché altrimenti non si finirebbe mai di scriverne.

Apriamo le danze: un familiare dell’ex premier, ora segretario del maggior partito della cosiddetta sinistra, viene additato come tessitore di presunti loschi traffici di influenza volti a favorire degli amici (noti imprenditori) nella assegnazione di appalti per forniture allo stato.

In prosieguo si accusa il padre di una ministra in carica di risultare coinvolto nella nota questione dei fallimenti bancari e si dubita che la stessa ministra abbia cercato di favorirlo.

Si tralascia di disquisire sul fatto, debitamente evidenziato dagli AVVERSARI, che l’esponente di maggior prestigio della coalizione di destra è stato oggetto di condanna definitiva e soggetto a pena accessoria che gli impedisce di assumere cariche pubbliche.

Si tralascia anche di dare giudizi sugli aspetti morali del comportamento di alcuni rappresentanti del movimento cinque stelle che attraverso la esibizione di false attestazioni di versamento hanno cercato di sfuggire agli impegni economici presi nei confronti del loro partito e degli elettori.

Addirittura un candidato dello stesso movimento viene clamorosamente attaccato a livello personale con l’accusa di violenza privata nei confronti della consorte, pur essendo stato considerato un eroe e figura decisamente integra per il comportamento da lui stesso tenuto durante e dopo il noto tragico naufragio della nave da crociera Costa Concordia.

Una inchiesta (se così si può definire) condotta da alcuni giornalisti (forse politicamente stimolati e schierati), nella quale si è fatto decisivo uso di agenti provocatori, fa presumere la ancora attuale sussistenza di illeciti traffici in Campania tra politici e mafia, relativi alla problematica dello smaltimento rifiuti e la stessa fonte giornalistica preannuncia un seguito che coinvolgerebbe anche altre regioni nel nord del nostro bel paese.

Vi sono allora veramente concrete ragioni per poter credere nel vecchio motto (il più pulito ha la rogna) denigratorio nei confronti di chi si occupa di politica in Italia.

Se poi si considera che il presidente del consiglio italiano e il presidente del parlamento europeo hanno di fatto posto il dubbio sulla correttezza dell’operato dei commissari europei addetti alla scelta della nazione che dovrà ospitare la agenzia del farmaco (affare che varrebbe per il paese ospitante un incremento economico di circa un miliardo di Euro) sorge il dubbio che quanto detto per i nostri rappresentanti politici valga anche altrove.

Ci sia allora concesso ritornare indietro e ricordare il motto o tempora o mores (che tempi, quali costumi) cercando di risciacquarci la bocca divenuta nel frattempo amara.