Ormai i giochi elettorali
sono in chiusura, i vari partiti hanno provveduto a lanciare gli ultimi spot
propagandistici ed a ribadire le proprie ipotesi di programma, ma
indipendentemente dai risultati definitivi della consultazione si può sin da
ora prevedere quello che sarà, post elezioni, lo scenario del gran teatro in
cui i nostri politici continueranno a recitare, come attori di consumata
esperienza, la loro parte.
L’ipotesi più probabile è
che nessuno dei partiti e/o delle coalizioni ottenga sufficienti consensi per
poter autonomamente formare un governo e che quindi si sia costretti a ricercare
un accordo.
Se tale accordo non
venisse trovato, o comunque fosse reciprocamente respinto, si dovrebbe
ritornare a votare.
A questo punto sarebbe
opportuno formare un governo di scopo per poter procedere alla modifica della
legge elettorale stessa; questa (definita pessima anche da molti rappresentanti
degli stessi partiti che l’hanno di recente approvata), è di fatto di tipo
proporzionale e potrebbe non rendere certa la formazione di una maggioranza
qualificata anche se si tornasse a votare.
Molti politici si sono
dichiarati contrari a partecipare ad un governo siffatto, nel timore che, in
attesa della approvazione della nuova normativa elettorale, questo potrebbe
prolungare all'infinito la propria durata.
Si continuerebbe così ad
essere governati da politici che, date le circostanze, non sarebbero tenuti a
rispettare nessuno dei programmi o delle promesse elettorali.
E’ pur vero che tutti i
candidati, come detto, si sono pronunciati apertamente a sfavore di ogni
accordo post elettorale, ma la tentazione di poter governare senza essere
vincolati alle irrealizzabili promesse fatte è troppo forte e l’accordo per la
formazione di un governo di scopo non è proprio un accordo di coalizione.
In pratica gli elettori
(escludendo gli astenuti), grosso modo e salvo inaspettati ripensamenti,
dovrebbero manifestare le loro preferenze votando per circa un terzo a favore
della coalizione di centro destra, per circa un terzo a favore della coalizione
di centro sinistra e per circa un terzo a favore del movimento cinque stelle,
che concorre da solo.
Altri soggetti (partiti di minore valenza o formazioni
locali) otterranno in totale non più del 10% delle preferenze.
Bisogna sperare inoltre
che i cittadini si siano convinti a votare nella speranza che le allettanti
promesse fatte da quasi tutti i leader politici diventino realtà, perché
altrimenti crescerà a dismisura il fenomeno dell’astensionismo e l’Italia sarà
in ogni caso destinata ad essere, come al solito, governata da una minoranza
poco rappresentativa.
Vedremo presto cosa accadrà
esattamente, ma, viste le premesse, siamo purtroppo certi che il cambiamento
effettivo e la riforma sostanziale delle istituzioni che sarebbero urgenti e
necessarie non saranno riforme attuabili durante la prossima legislatura.
Ne riparleremo dopo
l’esito elettorale.