Come indicato prima delle consultazioni elettorali, i voti degli Italiani si
sono espressi per circa il 90% in favore dei tre principali contendenti, centro
destra, centro sinistra e movimento 5 stelle e nessuno di questi ha ottenuto
sufficienti consensi per poter governare da solo.
La crisi del partito
democratico, magna pars del raggruppamento di centro sinistra, che non ha
ottenuto neanche il 20% delle preferenze è stata l’unica novità che si è
manifestata, affossando le aspettative di tale raggruppamento.
Tutti i commenti degli
esperti e dei media si sono quasi esclusivamente dedicati alla ricerca delle
motivazioni di tale crisi e a cercare di individuare attraverso quali alleanze
si potrà formare una maggioranza capace di sostenere un governo (in grado di
governare).
Se, come chiaramente
detto e ribadito da tutti i leader dei partiti, nessuno verrà meno agli impegni
di lealtà assunti quale partecipante ad una coalizione, la unica possibilità
per poter proseguire fino alla formazione di un governo è la comunione di voti
tra centrodestra e centrosinistra o tra centrodestra e movimento 5 stelle o tra
centrosinistra e movimento cinque stelle.
Al di fuori delle tre
ipotesi sopra descritte si dovrebbe far ricorso a nuove votazioni, ma sarebbe
assai opportuno ritornare a votare dopo aver modificato la legge elettorale
che, per come si è dimostrato nei fatti, ha contribuito a creare la attuale
situazione e potrebbe favorire una reiterazione della problematica anche in
occasione di un nuovo ricorso alle urne.
Sarà quindi necessario
formare un governo di scopo, di durata non ben definibile, che provveda a
partorire una nuova legge elettorale e a predisporre quanto necessario al
rispetto delle immanenti scadenze europee: compilazione del DEF entro il
prossimo 10 aprile, eventuale aumento di IVA e accise varie per il recupero dei
trenta miliardi circa che non tornano all'appello dei conti pubblici ecc.
Ovviamente un governo
siffatto, indipendentemente da chi formato e sostenuto non è tenuto a
realizzare nessuna delle promesse e/o dei punti programmatici presentati in
sede elettorale e nessuno perderà la faccia.
Qualora si formasse
invece una alleanza in grado di governare, le stesse promesse e gli stessi punti programmatici di ciascun partito dovrebbero essere riformulati e
concordati tra gli alleati, di conseguenza il popolo sovrano e tutti quei
cittadini, che non sono motivati da sole istanze ideologiche (in effetti la
maggioranza) avrebbero votato inutilmente sulla base del NULLA.
Si specifica in merito:
il reddito di cittadinanza, l’aumento delle pensioni ad almeno mille Euro, la
abolizione della legge Fornero, la rivalutazione del lavoro casalingo, la flat
tax, gli effettivi sgravi fiscali ecc., in definitiva tutti i provvedimenti
previsti e promessi anche nel rispetto delle istanze di gran parte della
popolazione, saranno riconsiderati alla luce di nuove realtà e non saranno
nuovamente sottoposti al voto di gradimento degli elettori.
E’ logico supporre che la
corretta previsione, fatta da molti estranei al potere sulla probabile equanime
tripartizione delle preferenze elettorali e la conseguente ingovernabilità del
paese, sia stata da tempo una certezza per gli addetti ai lavori (i nostri
politici).
La circostanza imprevedibile
che il partito democratico avrebbe perso così tanti consensi non modifica la
valenza di quanto già noto e previsto e in realtà solo il segretario di tale
partito se ne è dovuto far carico, reagendo peraltro con un comportamento
abbastanza strano ed elusivo.
Tutti i politici, nessuno
escluso, stanno concordemente recitando la loro parte seguendo il canovaccio
concepito e predisposto sin dai tempi della approvazione, quasi unanime, del
testo della legge elettorale.
Il capo dello Stato ha
già cominciato ad appellarsi alla responsabilità dei neo eletti nei confronti
del paese, il leader del movimento cinque stelle si è dichiarato disposto a
colloquiare con tutti gli altri partiti così come tutti gli altri leader che
hanno preannunciato un comportamento fermo, ma RESPONSABILE.
E’ infine da considerare,
nello stesso scenario post elezioni, il possibile intervento della forza (ricattatoria)
della finanza internazionale volto a scongiurare eccessivi ritardi e difficoltà
nel proclamare un ennesimo governo assolutamente rispettoso dei vincoli economici
già imposti dall'Europa all'Italia.
Ancora non si è parlato a
livello internazionale di timori per la tenuta dei conti pubblici, ma leggendo
i programmi sottoposti al giudizio elettorale è evidente che tutti i partiti
hanno previsto l’ottenimento di modifiche o deroghe a tali vincoli ché
altrimenti non avrebbero potuto promettere assolutamente nulla.
Per ora, malgrado la
incerta situazione politica Italiana, il famigerato spread non si è mosso, si
nota comunque che il massimo esponente della banca europea (Draghi) ha
provveduto a ricordare e ribadire che l’Euro è irreversibile.
Prevedere il futuro
assetto del governo dell’Italia, per quanto sopra illustrato è assai difficile,
ma la attuale situazione di stallo politico non favorisce i cittadini italiani.
I nostri politici
dovrebbero pertanto affrettarsi nel prendere le loro decisioni e non dilungarsi
in inutili bizantinismi a scopo giustificatorio, tanto la gente comune (in
specie quella pensante) ormai ha compreso che poche o nulle delle promesse
elettorali sarà possibile siano mantenute.