giovedì 29 marzo 2018

Compensi parlamentari e politici


Riassumiamo in breve le motivazioni economiche che potrebbero in realtà considerarsi anche quale incentivo alla formazione di un governo, malgrado le oggettive difficoltà politiche dovute al risultato delle elezioni.

Compensi Parlamentari: vediamo i numeri

I deputati sono 630 (seicentotrenta) e dal momento del loro insediamento hanno diritto a percepire (quale stipendio, diaria, spese telefoniche, spese di trasporto ed altro) circa € 14.000,00 mensili netti.

I senatori sono 320 (trecentoventi) e il loro compenso mensile formato dalle stesse voci (stipendio, diaria ecc.) è di circa € 14.700,00 mensili netti.

Vi sono poi ulteriori indennità in funzione di vari ruoli di presidenza ecc. su cui è meglio stendere il classico velo pietoso.

Altri politici percepiscono a carico dell’erario (quindi nostro) lauti compensi, a partire dai consiglieri regionali, che sono circa 1.120 (millecentoventi) e percepiscono da 10 a 18.000,00 Euro mensili, oltre a rimborsi spese viaggio e gettoni di presenza.

I sindaci e i consiglieri comunali sono compensati a seconda del numero degli abitanti del comune governato e sono una miriade di persone, pari a circa 120.000,00 (cento ventimila) ed i compensi mensili netti variano da poco più di € 1.200,00 (milleduecento) a circa € 10.000,00 (diecimila), a tutti spettano inoltre a vario titolo rimborsi e gettoni di presenza che in qualche caso sono stati incassati anche dagli assenti (gettoni di assenza).

Nelle grandi città sono adeguatamente compensati anche i presidenti ed i consiglieri circoscrizionali, in genere con stipendi mensili inferiori a quelli dei rappresentanti comunali, ma permane la possibilità di arrotondare con i soliti gettoni di presenza e con qualche rimborso.

Ovviamente, al termine del mandato, molti dei nostri politici percepiscono laute indennità di fine rapporto o comunque hanno la facoltà di usufruire per almeno un ulteriore decennio di benefit vari e pensare che nei tempi antichi la carica politica era considerata una onorificenza, riservata ai cosiddetti probi viri, che non prevedeva remunerazioni!

Anche la questione relativa ai generosi vitalizi e/o pensioni percepite ovviamente da non rieletti, seppur oggetto di proposta di legge modificativa, è rimasta irrisolta e per ora non ha avuto seguito essendone mancata la approvazione da parte dei due rami del parlamento prima dello scioglimento delle camere.

Inoltre, qualora si potesse riuscire a diminuire per legge l’onere dei vitalizi e pensioni maturati, non è certo che tale provvedimento possa operare per tutti fattivamente, perché chi già gode di tali benefici potrebbe opporsi in base al principio dei diritti acquisiti, ufficialmente riconosciuto dalla magistratura (altro organo dello stato i cui componenti sono alquanto privilegiati dal punto di vista economico).

Se si paragonano in generale i costi ed i compensi di senatori e deputati italiani con quelli di altri paesi europei si rileva che sono tra i più alti, addirittura superano di circa cinque volte quelli percepiti dai colleghi spagnoli.

Di ulteriori privilegi indiretti hanno sempre goduto i nostri parlamentari che possono usufruire di vari servizi (bar, ristorante, barbiere, sartoria ecc.) a costi contenuti, grazie al contributo di tutti noi e inoltre molti di quelli che fanno parte di uffici di presidenza e di commissioni parlamentari hanno la facoltà di spostarsi utilizzando le famigerate auto blu, per motivi di sicurezza, rappresentanza od altro.

E pensare che, non molti anni orsono, si poteva incontrare nelle strade della sua capitale il re di Olanda che quasi quotidianamente percorreva in bicicletta (si suppone anche per motivi salutistici) il percorso tra la propria dimora e il luogo di lavoro, altri tempi, ma soprattutto altro concetto di democrazia!

Compensi parlamentari inizia dall'alto la disuguaglianza sociale

Il vero problema per l’Italia non è invero quello dei costi della politica, ma quello della eccessiva disuguaglianza (non solo dal punto di vista economico) tra i cittadini, cui si aggiunge la conseguente questione della necessità di riforme degli stessi principi che regolano oggi la nostra società.

Si consideri il permanere della situazione di degrado della scuola pubblica, il cui ordinamento è stato più volte inutilmente riformato e che non riesce, malgrado gli enormi costi, ad essere, come dovrebbe quel gioiello qualitativo idoneo ad assicurare paritariamente a tutti la fruizione del diritto allo studio, talchè un giovane laureato ha maggiori possibilità di crescita solo per aver potuto frequentare, in quanto ricco, una delle costose e prestigiose università private.

Si consideri più in generale l’enorme farraginosità e i relativi alti costi diretti ed indiretti della nostra burocrazia, dedita al mantenimento del proprio potere piuttosto che ad adeguarsi flessibilmente alle necessità di una società che dovrebbe evolversi seguendo regole, linee e principi volti a conseguire traguardi di snellezza e modernità.

Si consideri infine che la diminuzione delle sperequazioni sociali ed economiche tra i cittadini, principio che si vorrebbe riaffermare tagliando i privilegi alla casta dei politici, non può ottenersi solo diminuendo quanto percepiscono, giustamente o ingiustamente, alcune minoranze, al contrario bisognerebbe riuscire ad accrescere possibilità di lavoro, capacità e reddito di tutti gli altri (noi altri!).

I nostri nuovi governanti saranno veramente così bravi da ottenere attraverso adeguate riforme anche sistemiche il corretto sviluppo sociale ed economico dell’Italia?

Se i nuovi rappresentanti (circa mille come i famosi uomini di Garibaldi) fossero in grado di assicurare al paese un corretto percorso verso quanto veramente serve, sarebbe allora inutile diminuirne i compensi e le onorifiche prebende, avendo essi veramente e nuovamente fatto l’Italia, nessuno potrebbe lamentarsi.

Purtroppo, per ora, dai primi prodromici discorsi e proclami ed in particolare dall’attento esame dei contenuti dei programmi sostenuti dai vari partiti, non sembra che tra i nostri nuovi governanti alberghino la capacità e forse anche gli ideali per procedere a perseguire necessari e veri cambiamenti, indipendentemente dalla onestà morale e materiale dei singoli eletti.