Ad oltre un mese dalle
elezioni è chiaro che, malgrado i tentativi fatti, non si è raggiunto il
risultato auspicabile della formazione di un governo.
Tale governo dovrebbe
essere in grado di assicurare, attraverso un programma attuabile, comprendente
l’approvazione delle necessarie riforme, lo sviluppo della società civile
indirizzato al soddisfacimento delle urgenti necessità dei cittadini, così come
evidenziato dagli esiti del voto che ha comunque premiato i partiti che
auspicavano i maggiori cambiamenti.
Cerchiamo di analizzare
quale sia la effettiva situazione, considerando che mentre si discute per
trovare un accordo politico (in sostanza: quali e quante poltrone ed a chi?)
l’Italia ed il mondo continuano a vivere il quotidiano e nulla si è fermato per
aspettare le decisioni dei nostri eletti.
Insediamento nuovo governo: chi assolverà gli obblighi istituzionali?
E’ pur vero che per le
questioni di ordinaria gestione resta incaricato il precedente governo
dimissionario, ma è stato da tutti chiarito in campagna elettorale che vi era
necessità di procedere con urgenza a cambiamenti e tutti ne erano concordi.
Dal punto di vista
economico sarebbe necessario, sempre in funzione dell’auspicato sviluppo,
predisporre un adeguato DEF entro il dieci aprile, in pratica si tratta di un
documento di programmazione economica che, una volta trasmesso ai nostri
partner europei e da questi approvato, costituisce un limite (in parte autoimposto)
anche per ogni futura spesa da farsi nei prossimi due anni, a meno di
variazioni dei dati considerati come base.
Ebbene, salvo proroga dei
termini che ci potrebbe essere concessa (ma non è certo) su richiesta del
nostro governo (quale? Quello che non c’è o quello dimissionario), l’attuale
non ministro delle finanze e l’attuale non presidente del consiglio si dovranno
preoccupare di regolamentare dal punto di vista economico i prossimi due anni
del nuovo governo!
Se ci venisse concessa
una proroga, ci è già stato comunicato quasi ufficialmente, questa non potrebbe
essere di lunga durata e gli eventuali nuovi attori (ministri), se ci saranno,
avrebbero pochissimo tempo per studiare un copione così impegnativo.
Nel frattempo tutto come
prima, anzi peggio, perché nessuno potrà essere additato quale responsabile di
eventuali malfunzionamenti dell’apparato governativo, non i vecchi detentori
del potere perché limitati dalle dimissioni, non i nuovi perché ancora non
definiti.
Qualcuno ha già notato
che stanno ricrescendo i flussi migratori, è possibile perché il più attento
controllo e la nuova regolazione dei respingimenti previsti dai programmi dei
maggiori competitor elettorali non trovano per ora possibile attuazione.
L’economia continua per
fortuna a crescere, ma a ritmo rallentato e manca la elaborazione degli
auspicati ed indispensabili nuovi e certi indirizzi.
Il carico fiscale resta
quello di sempre ed anzi nessun provvedimento ordinario e/o straordinario è
stato ancora studiato e preso, per poter sterilizzare l’aumento dell’IVA,
accise ed altro, come previsto dalle famigerate clausole di salvaguardia, già
impegnative per noi a livello internazionale.
I nostri politici, indistintamente
tutti, difendono le loro posizioni di chiusura nei confronti degli avversari
(quindi di mancanza di volontà nell'accettare i necessari compromessi al fine
di pervenire ad un accordo di governo) con la scusa di voler rispettare le
indicazioni implicite dei propri elettori (pochi o molti milioni che siano).
Nel frattempo si
allungano i tempi e il povero invalido civile (al 100%) continua a percepire
poco più di duecento Euro mensili per sopravvivere, l'esodato continua a
stringere la cinghia, il pensionato cerca di tirare avanti e le aziende che
vantano crediti nei confronti di enti pubblici continuano ad attendere,
strangolate dalla azione dirompente della burocrazia, che invece di essere
ridimensionata tramite necessari correttivi politici può agire a suo piacimento
per complicarci la vita.
Sia ben chiaro che più si
ritarderà nel decidere se e con quali personaggi sarà formato un governo, più
la nostra nazione subirà dei veri e propri danni economici e questo a
prescindere dai contenuti programmatici di un nuovo esecutivo.
Lo stesso capo dello
stato sul cui superiore senso di responsabilità ci sembrava potessimo far
conto, non sembra abbia agito pressato da urgenza (perché non ha cominciato
prima la fase delle consultazioni e perché poi, ad esempio, ha convocato al
colle i partiti il quattro e non il tre aprile), forza presidente!
Meglio nuove
elezioni subito che un governo fra mesi!
Le considerazioni fatte
null'altro rappresentano che la realtà vera e lasciano sorgere il legittimo
sospetto che ai nostri politici (nuovi e vecchi) non importi niente della
stessa nazione, o che non capiscano che il loro arroccarsi su questioni di principio
e di interesse (non referenti a chiari motivi etico - ideologici) causerà solo
danni.
Inoltre e per assurdo,
considerata la volutamente complicata trama dell’attuale copione politico, non
è che per caso si voglia predisporre il comune cittadino alla accettazione
dell’intervento chiarificatore di un novello deus ex machina, che finalmente,
come nelle antiche commedie, potrebbe lui solo avere il potere di risolvere
determinando ruoli e verità?