sabato 7 aprile 2018

Insediamento nuovo governo legittima suspicione


Ad oltre un mese dalle elezioni è chiaro che, malgrado i tentativi fatti, non si è raggiunto il risultato auspicabile della formazione di un governo.

Tale governo dovrebbe essere in grado di assicurare, attraverso un programma attuabile, comprendente l’approvazione delle necessarie riforme, lo sviluppo della società civile indirizzato al soddisfacimento delle urgenti necessità dei cittadini, così come evidenziato dagli esiti del voto che ha comunque premiato i partiti che auspicavano i maggiori cambiamenti.

Cerchiamo di analizzare quale sia la effettiva situazione, considerando che mentre si discute per trovare un accordo politico (in sostanza: quali e quante poltrone ed a chi?) l’Italia ed il mondo continuano a vivere il quotidiano e nulla si è fermato per aspettare le decisioni dei nostri eletti.

Insediamento nuovo governo: chi assolverà gli obblighi istituzionali?

E’ pur vero che per le questioni di ordinaria gestione resta incaricato il precedente governo dimissionario, ma è stato da tutti chiarito in campagna elettorale che vi era necessità di procedere con urgenza a cambiamenti e tutti ne erano concordi.

Dal punto di vista economico sarebbe necessario, sempre in funzione dell’auspicato sviluppo, predisporre un adeguato DEF entro il dieci aprile, in pratica si tratta di un documento di programmazione economica che, una volta trasmesso ai nostri partner europei e da questi approvato, costituisce un limite (in parte autoimposto) anche per ogni futura spesa da farsi nei prossimi due anni, a meno di variazioni dei dati considerati come base.

Ebbene, salvo proroga dei termini che ci potrebbe essere concessa (ma non è certo) su richiesta del nostro governo (quale? Quello che non c’è o quello dimissionario), l’attuale non ministro delle finanze e l’attuale non presidente del consiglio si dovranno preoccupare di regolamentare dal punto di vista economico i prossimi due anni del nuovo governo!

Se ci venisse concessa una proroga, ci è già stato comunicato quasi ufficialmente, questa non potrebbe essere di lunga durata e gli eventuali nuovi attori (ministri), se ci saranno, avrebbero pochissimo tempo per studiare un copione così impegnativo.

Nel frattempo tutto come prima, anzi peggio, perché nessuno potrà essere additato quale responsabile di eventuali malfunzionamenti dell’apparato governativo, non i vecchi detentori del potere perché limitati dalle dimissioni, non i nuovi perché ancora non definiti.

Qualcuno ha già notato che stanno ricrescendo i flussi migratori, è possibile perché il più attento controllo e la nuova regolazione dei respingimenti previsti dai programmi dei maggiori competitor elettorali non trovano per ora possibile attuazione.

L’economia continua per fortuna a crescere, ma a ritmo rallentato e manca la elaborazione degli auspicati ed indispensabili nuovi e certi indirizzi.

Il carico fiscale resta quello di sempre ed anzi nessun provvedimento ordinario e/o straordinario è stato ancora studiato e preso, per poter sterilizzare l’aumento dell’IVA, accise ed altro, come previsto dalle famigerate clausole di salvaguardia, già impegnative per noi a livello internazionale.

I nostri politici, indistintamente tutti, difendono le loro posizioni di chiusura nei confronti degli avversari (quindi di mancanza di volontà nell'accettare i necessari compromessi al fine di pervenire ad un accordo di governo) con la scusa di voler rispettare le indicazioni implicite dei propri elettori (pochi o molti milioni che siano).

Nel frattempo si allungano i tempi e il povero invalido civile (al 100%) continua a percepire poco più di duecento Euro mensili per sopravvivere, l'esodato continua a stringere la cinghia, il pensionato cerca di tirare avanti e le aziende che vantano crediti nei confronti di enti pubblici continuano ad attendere, strangolate dalla azione dirompente della burocrazia, che invece di essere ridimensionata tramite necessari correttivi politici può agire a suo piacimento per complicarci la vita.

Sia ben chiaro che più si ritarderà nel decidere se e con quali personaggi sarà formato un governo, più la nostra nazione subirà dei veri e propri danni economici e questo a prescindere dai contenuti programmatici di un nuovo esecutivo.

Lo stesso capo dello stato sul cui superiore senso di responsabilità ci sembrava potessimo far conto, non sembra abbia agito pressato da urgenza (perché non ha cominciato prima la fase delle consultazioni e perché poi, ad esempio, ha convocato al colle i partiti il quattro e non il tre aprile), forza presidente! 

Meglio nuove elezioni subito che un governo fra mesi!

Le considerazioni fatte null'altro rappresentano che la realtà vera e lasciano sorgere il legittimo sospetto che ai nostri politici (nuovi e vecchi) non importi niente della stessa nazione, o che non capiscano che il loro arroccarsi su questioni di principio e di interesse (non referenti a chiari motivi etico - ideologici) causerà solo danni.

Inoltre e per assurdo, considerata la volutamente complicata trama dell’attuale copione politico, non è che per caso si voglia predisporre il comune cittadino alla accettazione dell’intervento chiarificatore di un novello deus ex machina, che finalmente, come nelle antiche commedie, potrebbe lui solo avere il potere di risolvere determinando ruoli e verità?