sabato 14 aprile 2018

Contratto di Governo


Per quello che ci è dato capire dalle varie comunicazioni, più o meno ufficiali, fatteci ad oggi dagli eletti dal popolo e dai commenti dei media, è assai difficile che si possa giungere in breve alla formazione di un legittimo e duraturo governo (italiano): il contratto di governo potrà risolvere questa situazione? 

Appare chiaro che solo attraverso l’individuazione di concreti obiettivi programmatici condivisi si potrà formare un accordo tra partiti che possa assicurare la perseguibilità del bene comune.

Su questa soluzione i politici sembrano essere favorevoli e quindi quasi tutti avrebbero determinato che, viste le circostanze attuali, è necessario abbandonare ogni teoria ed istanza ideologica differenziali e dedicarsi solo a cercare accordi su azioni concrete e prevalentemente di soli contenuti economici, continuando peraltro a fare promesse anche utopistiche.

Di fatto i nostri rappresentanti sono l’espressione della società civile che, sempre con più veemenza, vede contrapporsi gli interessi particolari, a quelli generali, solo questi ultimi, secondo quanto a suo tempo auspicato dai fondatori degli stati democratici, dovrebbero essere la vera base di uno sviluppo in senso etico ed egalitario.

Tutti i partiti, nessuno escluso, sono concordi nel ritenere ormai indispensabile operare con urgenza, attraverso idonei provvedimenti legislativi, per soccorrere quella parte della popolazione, sempre più numerosa, che oggettivamente si trova in difficoltà economiche.

Diversi sono i contenuti delle proposte programmatiche, fatte dai vari leader politici in sede pre-elettorale, che dovrebbero ora concretizzarsi con la emanazione da parte di un nuovo governo delle necessarie leggi, ma quali?

I partiti e le coalizioni (movimento cinque stelle, coalizione di centro destra e coalizione di centro sinistra) che rappresentano circa il novanta per cento dei nuovi eletti hanno, come noto, elaborato diverse proposte: 

·    chi ritiene opportuno operare assicurando un cosiddetto reddito di cittadinanza più o meno a tutti

·      chi ritiene necessario procedere ad una specie di rivoluzione fiscale (flat tax), che sarebbe in grado di liberare risorse ed incrementare gli investimenti e pertanto il numero dei lavoratori, così da togliere dallo stato di bisogno almeno la maggior parte dei senza lavoro
·  chi ancora ritiene più idoneo ampliare in gran misura le somme destinate a finanziare il già esistente reddito di inclusione (REI), che verrebbe esteso ad una platea di utenti più numerosa.


I metodi e le soluzioni proposte dai vari gruppi politici sembrano facilmente armonizzabili su altre problematiche (da non considerarsi minori) da tutti riconosciute esistenti e da affrontare, che richiedono interventi urgenti dei nuovi legislatori: la sicurezza, il problema degli immigrati clandestini, la necessità di riforma dell’apparato burocratico ecc.

Contratto di governo: perchè si, perchè no 

Visto che nessuno dei partiti ha ottenuto la maggioranza, che il tempo scorre e fino ad ora non si è trovato nessun accordo politico per formare una compagine in grado di sostenere un governo, il movimento cinque stelle ha alla fine dichiarato di voler costituire tale maggioranza unendosi indifferentemente a  quello tra gli avversari politici che accetti di firmare un contratto di governo.

Il tutto senza tenere minimamente conto delle estreme differenze ideologiche e pragmatiche che intercorrono tra i soggetti sollecitati ad aderire e a firmare.

In tale contratto, per quanto si è potuto capire, le parti si impegnerebbero a realizzare una serie di provvedimenti (leggi) concordati nei contenuti ed in tempi stabiliti.

Tale soluzione appare abbastanza utopistica se si considera che non si tratta di regolare liberamente e semplicemente il comportamento reciproco di due soggetti.

Per poter così operare bisognerebbe, per esempio, prescindere da qualsiasi possibile necessità di successiva modifica degli intenti dovuta a variazioni imprevedibili (economiche e politiche) del contesto internazionale in cui l’Italia è inserita e dal quale dipende in buona parte la nostra debole economia.

Come è stato ricordato, in Germania ci sono voluti sei mesi per trovare un ACCORDO di MAGGIORANZA, definito contratto, in realtà un patto tra i due più rappresentativi partiti votato per approvazione dagli iscritti, ma, si noti, la trattativa è stata agevolata dal fatto che si è svolta in effetti tra due soggetti politici che avevano già in precedenza governato per anni il paese, riuniti in  coalizione.

Inoltre dal punto di vista economico i tedeschi sono forti, organizzati ed autosufficienti e, a differenza degli italiani, non hanno necessità di trovare (meglio: inventare) di volta in volta la necessaria copertura finanziaria di ogni provvedimento adottato o previsto per non incorrere in censure e veti degli organismi di controllo europei.

Sembra effettivamente strano che un movimento quale il cinque stelle, dichiaratosi apertamente propenso a voler realizzare una modifica rivoluzionaria dell’attuale sistema, si trovi a sostenere una simile ipotesi contrattualistica.

Si obbligherebbe il nuovo governo ad operare con il vincolo di non poter agire oltre o al di fuori dei limiti fissati con tale contratto, il cui contenuto sarebbe certamente frutto di numerosi compromessi tra le diverse istanze. 

Si può storicamente argomentare ricordando altri tipi di contratti cosiddetti sociali (normalmente non scritti) che, dal medio evo ad epoca più recente, sono stati premesse filosoficamente giustificative del potere assoluto esercitato dai governanti sui cittadini, ma non si ricorda nessun precedente di un patto scritto tra politici e politici, voluto quale premessa, per potersi poi spartire, in accordo, la gestione della cosa pubblica.

Da quanto sopra illustrato si può prevedere che la situazione di stallo della nostra politica durerà a lungo, sembrerebbe, quasi e per assurdo, che da parte dei partiti più votati non vi sia molta voglia di assumersi l’onere della responsabilità di governo.