giovedì 26 aprile 2018

Dopo il Molise la politica si muove?


Riassumiamo ai fini della solita chiarezza quale potrebbe essere il vero significato dei risultati elettorali in Molise.

In primis si deve prendere atto che il partito dell’astensionismo si è rafforzato raggiungendo un enorme consenso: sono andati a votare circa quindicimila cittadini in meno di quelli che avevano votato alle politiche del quattro marzo e in definitiva il 48% dei molisani si è astenuto.

E’ utile poi ricordare che, se si considera come base di calcolo il totale degli aventi diritto al voto, il movimento cinque stelle ha ottenuto preferenze per il 18,50%, la coalizione di centro destra ha ottenuto preferenze per il 22%, il PD e altri di sinistra hanno ottenuto preferenze per circa il 10%.

Pur confermandosi il maggiore partito, lo stesso movimento cinque stelle, rispetto alle elezioni politiche, ha di fatto ottenuto una perdita di voti almeno pari a circa il 7 - 8%.

Quanto sopra rappresenta una lettura reale di numeri e non citazione degli stessi in chiave propagandistica, cioè in pratica i voti sono stati computati rispetto ai votanti, ma non rispetto all'intero elettorato.

Con riguardo ai rapporti fra partiti, leader ed altro, si rileva che in questa tornata elettorale non si è verificato il sorpasso della lega nei confronti di forza Italia e che la cordata che ha portato alla vittoria il candidato di centro destra è stata rafforzata dalla presenza degli altri gregari (minori) che in Molise hanno ottenuto notevoli ed imprevisti consensi.

La realtà sopra descritta come potrà incidere sul problema della formazione di un nuovo governo che non è stato ancora proclamato e che sembra non possa essere ancora nominato a ben due mesi di distanza dalle elezioni politiche generali?

Alcuni, anche illustri, commentatori politici avevano equiparato la valenza delle elezioni regionali molisane a quelle che si tengono in America nello stato dell’Ohio e i cui risultati si sono sempre rivelati anticipatori di quanto alla fine determinato da tutto il popolo americano.

I big della politica si sono pertanto mobilitati ed hanno fatto di tutto per appoggiare i loro adepti locali (numerosissime trasferte, comizi, assemblee ecc.), come se credessero che anche la formazione del governo nazionale potesse dipendere, almeno in parte, dal risultato elettorale in Molise.

Per capire tale strana convinzione bisogna invero citare il famoso detto di un navigato politico locale che recita testualmente MA CHE ci AZZECCA? Null'altro in merito vi è da spiegare o commentare!

Possiamo sin da ora ribadire quanto detto per il Molise anche per il Friuli, prevedendo medesimi o comunque simili risultati in occasione delle prossime (29 aprile) elezioni regionali, ugualmente ed a torto ritenute utili per poter addivenire ad un chiarimento fra le forze politiche in campo.

Nel frattempo, ai fini della formazione del nuovo e ormai da tutti desiderato governo (o forse non desiderato?), il capo dello stato ha affidato al presidente della camera dei deputati un nuovo mandato esplorativo per sondare la possibilità di un accordo fra movimento cinque stelle e partito democratico.

Per la prima volta nella storia della nostra repubblica sono stati affidati in rapida successione due differenti mandati esplorativi; normalmente l’esploratore è sempre stato uno solo e per facilitare la sua azione gli sono stati attribuiti più ampi confini.

Sembra, in definitiva, che non ci sia proprio voglia di formare un nuovo governo da parte di tutti gli eletti e che di questa evidenza se ne rimpallino tra loro la responsabilità.

Inoltre l’eventuale accordo tra cinque stelle e partito democratico, che consenta la formazione di un team governativo efficiente, considerati i numeri, è destinato probabilmente a non durare a lungo avendo come base un risicata maggioranza.

Il capo dello stato ad oggi si è limitato a rispettare pedissequamente quanto previsto dal punto di vista istituzionale e pertanto ora, considerato quanto sopra, dovrebbe comunque procedere ad indire nuove elezioni, visto anche che tutti i partiti hanno apertamente dichiarato di essere certi di poter ottenere maggiori consensi se si tornasse a votare.

Buona parte della popolazione comincia ad aver paura del futuro ed a pensare che l’Italia sia prigioniera di una situazione di incerto caos politico – istituzionale, causata da comportamenti illogici degli stessi politici.

L’unica cosa certa è che si sono persi per strada gli obiettivi di tutela degli interessi dei cittadini, che dovrebbero essere gli unici perseguiti dai governanti e che per delega sono stati democraticamente a loro affidati dagli stessi elettori.

Ad oggi ci sembrano prevalere su tutti gli altri i soli interessi dei partiti!