Riassumiamo ai fini della
solita chiarezza quale potrebbe essere il vero significato dei risultati
elettorali in Molise.
In primis si deve
prendere atto che il partito dell’astensionismo si è rafforzato raggiungendo un
enorme consenso: sono andati a votare circa quindicimila cittadini in meno di
quelli che avevano votato alle politiche del quattro marzo e in definitiva il
48% dei molisani si è astenuto.
E’ utile poi ricordare
che, se si considera come base di calcolo il totale degli aventi diritto al
voto, il movimento cinque stelle ha ottenuto preferenze per il 18,50%, la
coalizione di centro destra ha ottenuto preferenze per il 22%, il PD e altri di
sinistra hanno ottenuto preferenze per circa il 10%.
Pur confermandosi il
maggiore partito, lo stesso movimento cinque stelle, rispetto alle elezioni
politiche, ha di fatto ottenuto una perdita di voti almeno pari a circa il 7 -
8%.
Quanto sopra rappresenta
una lettura reale di numeri e non citazione degli stessi in chiave propagandistica,
cioè in pratica i voti sono stati computati rispetto ai votanti, ma non
rispetto all'intero elettorato.
Con riguardo ai rapporti
fra partiti, leader ed altro, si rileva che in questa tornata elettorale non si
è verificato il sorpasso della lega nei confronti di forza Italia e che la
cordata che ha portato alla vittoria il candidato di centro destra è stata
rafforzata dalla presenza degli altri gregari (minori) che in Molise hanno
ottenuto notevoli ed imprevisti consensi.
La realtà sopra descritta
come potrà incidere sul problema della formazione di un nuovo governo che non è
stato ancora proclamato e che sembra non possa essere ancora nominato a ben due
mesi di distanza dalle elezioni politiche generali?
Alcuni, anche illustri,
commentatori politici avevano equiparato la valenza delle elezioni regionali
molisane a quelle che si tengono in America nello stato dell’Ohio e i cui
risultati si sono sempre rivelati anticipatori di quanto alla fine determinato
da tutto il popolo americano.
I big della politica si
sono pertanto mobilitati ed hanno fatto di tutto per appoggiare i loro adepti
locali (numerosissime trasferte, comizi, assemblee ecc.), come se credessero
che anche la formazione del governo nazionale potesse dipendere, almeno in
parte, dal risultato elettorale in Molise.
Per capire tale strana
convinzione bisogna invero citare il famoso detto di un navigato politico
locale che recita testualmente MA CHE ci AZZECCA? Null'altro in merito vi è da
spiegare o commentare!
Possiamo sin da ora ribadire
quanto detto per il Molise anche per il Friuli, prevedendo medesimi o comunque
simili risultati in occasione delle prossime (29 aprile) elezioni regionali,
ugualmente ed a torto ritenute utili per poter addivenire ad un chiarimento fra
le forze politiche in campo.
Nel frattempo, ai fini
della formazione del nuovo e ormai da tutti desiderato governo (o forse non
desiderato?), il capo dello stato ha affidato al presidente della camera dei
deputati un nuovo mandato esplorativo per sondare la possibilità di un accordo
fra movimento cinque stelle e partito democratico.
Per la prima volta nella
storia della nostra repubblica sono stati affidati in rapida successione due
differenti mandati esplorativi; normalmente l’esploratore è sempre stato uno
solo e per facilitare la sua azione gli sono stati attribuiti più ampi confini.
Sembra, in definitiva,
che non ci sia proprio voglia di formare un nuovo governo da parte di tutti gli
eletti e che di questa evidenza se ne rimpallino tra loro la responsabilità.
Inoltre l’eventuale
accordo tra cinque stelle e partito democratico, che consenta la formazione di
un team governativo efficiente, considerati i numeri, è destinato probabilmente
a non durare a lungo avendo come base un risicata maggioranza.
Il capo dello stato ad oggi
si è limitato a rispettare pedissequamente quanto previsto dal punto di vista
istituzionale e pertanto ora, considerato quanto sopra, dovrebbe comunque
procedere ad indire nuove elezioni, visto anche che tutti i partiti hanno
apertamente dichiarato di essere certi di poter ottenere maggiori consensi se
si tornasse a votare.
Buona parte della
popolazione comincia ad aver paura del futuro ed a pensare che l’Italia sia
prigioniera di una situazione di incerto caos politico – istituzionale, causata
da comportamenti illogici degli stessi politici.
L’unica cosa certa è che
si sono persi per strada gli obiettivi di tutela degli interessi dei cittadini,
che dovrebbero essere gli unici perseguiti dai governanti e che per delega sono
stati democraticamente a loro affidati dagli stessi elettori.
Ad oggi ci sembrano
prevalere su tutti gli altri i soli interessi dei partiti!