giovedì 3 maggio 2018

Patti politici da rispettare


Bisogna dare atto che Matteo Salvini, quale leader del partito che il quattro marzo ha ottenuto più voti nell'ambito della coalizione di centrodestra ed è stato subito riconosciuto dagli alleati capo indiscusso di tutta la coalizione stessa, così come da accordo esplicito pre elettorale.

Appare logica conseguenza che lo stesso premier intenda ritenere del tutto valido quanto previsto da tale accordo manifestando, con coerenza, la sua volontà di rispettare termini e modalità del mandato ricevuto ed abbia quindi portato avanti le trattative per la formazione di un eventuale nuovo governo, volendo operare quale leader di una coalizione e non di un singolo partito.

Anche il movimento cinque stelle ha voluto dimostrare la sua coerenza reiterando i propri (talvolta apodittici) principi, che lo hanno portato ad escludere la possibilità di formare il governo con l’apporto di persone e partiti, eletti nell'ambito della coalizione di centrodestra, ma dallo stesso movimento giudicati, a torto o a ragione, non consoni o comunque indegni ai fini della assunzione del ruolo di governanti.

Lo stesso partito democratico, dopo aver valutato attentamente ciò che si poteva dedurre dal modesto risultato elettorale ottenuto, si è coerentemente preparato a interpretare il ruolo di opposizione (dichiaratamente attiva e non passiva) e ha ribadito più volte tale sua posizione, anche attraverso le interviste rilasciate post voto dai propri dirigenti.

Ebbene, si può affermare che dal quattro marzo e fino ad oggi i partiti politici italiani hanno inutilmente discusso solo per dimostrare la loro coerenza rispetto a principi generali da loro stessi definiti e riconosciuti (non poteva altrimenti essere).

Il movimento cinque stelle, come detto, per principio, ha posto il veto alle trattative con la intera coalizione di destra, ritenendo possibile raggiungere eventuali accordi solo con la lega (che fa parte della stessa coalizione), questa si è rifiutata di trattare, sempre per principio, volendo mantenere gli accordi presi, in sede pre elettorale, con gli alleati politici.   
 
Per addivenire ad un governo, viste le risultanze elettorali, sarebbe necessario che si trovasse un accordo almeno tra due o più partiti o coalizioni, ma questo, dopo sessanta giorni di trattative, sembra impossibile ed attualmente permane una situazione definita di stallo.

Il capo dello stato, on. le Mattarella, seguendo la prassi, dopo aver conferito un primo incarico esplorativo alla presidente del senato on. le Casellati, non andato ovviamente a buon fine, ha incaricato il presidente della camera on. le Fico di successivi colloqui esplorativi; stranamente da tale nuovo incarico è emerso un flebile preambolo di accordo tra movimento cinque stelle e partito democratico.

In realtà il preambolo consiste solo nel fatto che il segretario del partito democratico si è dichiarato disponibile a discutere in sede di riunione di direzione (che si terrà il tre maggio) la possibilità di procedere ad esaminare le proposte programmatiche del movimento cinque stelle.

Dopo aver recepito i risultati delle elezioni in Friuli Venezia Giulia, debitamente anticipati nel nostro precedente articolo relativo alle elezioni amministrative in Molise che hanno di fatto rafforzato la posizione della coalizione di centrodestra, si ritiene che ogni ulteriore tentativo di accordo tra quest’ultimo e il movimento cinque stelle sia destinato a fallire.

Il partito democratico non pare affatto disponibile ad appoggiare i grillini al fine di perseguire i soli obiettivi previsti nel cosiddetto contratto di governo, dagli stessi unilateralmente proposto.

Questo contratto ha la pretesa di individuare quanto necessario al miglioramento delle condizioni dei normali cittadini, senza peraltro specificare puntualmente in che modo si debba procedere e quali dovrebbero essere i contenuti delle leggi finanziarie, attuative di tali punti programmatici.

Si può prevedere ad oggi, con sufficiente certezza, che l’ulteriore tempo, concesso dal presidente on. le Mattarella, per SCHIARIRE la situazione tra i partiti, risulterà inutile e probabilmente si dovranno indire nuove elezioni, come già anticipato da alcuni esperti politici.

Si dovranno in pratica spendere altri soldi e d’altra parte ai partiti tutti nulla sembra importare delle tasche dei cittadini.