Il film di azione
(evitiamo la definizione di telenovela già usata da altri) con cui la politica
ci ha deliziato ormai da tanto, è giunto praticamente alle sue ultime battute,
quanto meno del primo tempo, un governo si è formato e il seguito sarà
certamente oggetto di un sequel o comunque di un secondo episodio più o meno ricreativo.
Commentando con le nostre
precedenti note le varie scene di tale prima parte (o almeno le principali giacché
queste si sono susseguite con ritmo sempre più serrato e assai difficile da rispettare)
abbiamo fino ad ora cercato di individuare i veri contenuti ed i messaggi
eventualmente sottintesi nell'insieme dell’opera.
Come di prassi, alla fine,
mentre scorrono gli ultimi fotogrammi, si ritiene necessario ricordare e
ringraziare attraverso i cosiddetti titoli di coda gli attori, gli
organizzatori, i registi, i collaboratori, gli eventi circensi con i loro
creatori, le autorità competenti ecc. ecc., che hanno contribuito a produrre in
Italia una tale grandiosa commedia che ha riscosso indubbiamente un grande
successo di pubblico.
L’elenco dei partecipanti
non risulterà certamente completo, altrimenti sarebbe in assoluto troppo lungo
e gli stessi interpreti non sono citati in ordine di apparizione o in ordine di
importanza, ma se ne accenna di volta in volta la descrizione del ruolo e le
caratteristiche.
I più attivi, quasi
sempre presenti in scena, sono stati i leader dei partiti più votati, tutti o
quasi tutti rappresentanti politici (deputati o senatori) eletti il quattro
marzo.
Seguono i giornalisti e
commentatori dei vari social e media, che forse hanno anche esagerato con la
loro recita e ci hanno letteralmente sommerso con un mare di discussioni
teoriche elaborate nei vari talk show, interviste, commenti generici, servizi
speciali ed altro.
Altri primi attori sono
stati gli economisti in genere e le loro teorie, talvolta incomprensibili o
fumose, se non altro per i comuni cittadini che, pur non avendo potuto disporre
di adeguati input culturali, vorrebbero poter capire con maggiore chiarezza le
conseguenze di quanto consigliato e dedotto da chi segue le stesse teorie
economiche più o meno in voga.
Spesso, ricordato e
venerato da (quasi) tutti, è intervenuto il capo dello stato il quale per affermare
il suo ruolo di vigilanza e primazia è comparso in scena più volte durante
tutto lo spettacolo, anche se il personaggio che lo stesso Mattarella aveva
escluso dalla carica di ministro dell’economia, perché giudicato troppo
antieuropeista, è risultato, in finale, accettabile per essere insediato quale
ministro degli affari europei.
Si devono ringraziare per
aver consentito ed agevolato le riprese del nostro film elettorale, da un lato
la costituzione italiana, ormai settantenne e forse bisognosa di un vero e
proprio lifting totale, dall'altro l’unione europea ed i suoi rappresentanti
(euroburocrati), con particolare riconoscenza per le dichiarazioni da questi
fatte, perfettamente idonee a movimentare l’azione.
Non si può tacere
dell’opera prestata da chi magari non è apparso in scena, ma ha comunque
contribuito alle riprese: sotto panza politici, segretari, consiglieri, esperti
di comunicazione, usceri ed altri.
Agli eventi ed al
risultato finale del nostro film hanno sicuramente contribuito i rappresentanti
della imperitura e granitica burocrazia, i boiardi della amministrazione
italiana, che sicuramente, pur senza essere mai apparsi in primo piano, sono in
ultimo riusciti a piazzare tra i membri del governo almeno un paio di soggetti
che nel prosieguo potranno eventualmente, come al solito, favorire i loro
interessi.
Un ultimo ringraziamento
alle comparse e cioè ai comuni cittadini che hanno reso possibile la creazione
(finalmente!) di un governo italiano (e politico!?) dimostrando, oltre ogni dubbio,
di essere dotati di una vera pazienza di Giobbe.
Ovviamente la storia, anzi
le storie narrate sono esattamente ispirate a fatti realmente accaduti.