domenica 3 giugno 2018

Neo surrealismo politico e governo


Il film di azione (evitiamo la definizione di telenovela già usata da altri) con cui la politica ci ha deliziato ormai da tanto, è giunto praticamente alle sue ultime battute, quanto meno del primo tempo, un governo si è formato e il seguito sarà certamente oggetto di un sequel o comunque di un secondo episodio più o meno ricreativo.

Commentando con le nostre precedenti note le varie scene di tale prima parte (o almeno le principali giacché queste si sono susseguite con ritmo sempre più serrato e assai difficile da rispettare) abbiamo fino ad ora cercato di individuare i veri contenuti ed i messaggi eventualmente sottintesi nell'insieme dell’opera.

Come di prassi, alla fine, mentre scorrono gli ultimi fotogrammi, si ritiene necessario ricordare e ringraziare attraverso i cosiddetti titoli di coda gli attori, gli organizzatori, i registi, i collaboratori, gli eventi circensi con i loro creatori, le autorità competenti ecc. ecc., che hanno contribuito a produrre in Italia una tale grandiosa commedia che ha riscosso indubbiamente un grande successo di pubblico.

L’elenco dei partecipanti non risulterà certamente completo, altrimenti sarebbe in assoluto troppo lungo e gli stessi interpreti non sono citati in ordine di apparizione o in ordine di importanza, ma se ne accenna di volta in volta la descrizione del ruolo e le caratteristiche.

I più attivi, quasi sempre presenti in scena, sono stati i leader dei partiti più votati, tutti o quasi tutti rappresentanti politici (deputati o senatori) eletti il quattro marzo.

Seguono i giornalisti e commentatori dei vari social e media, che forse hanno anche esagerato con la loro recita e ci hanno letteralmente sommerso con un mare di discussioni teoriche elaborate nei vari talk show, interviste, commenti generici, servizi speciali ed altro.

Altri primi attori sono stati gli economisti in genere e le loro teorie, talvolta incomprensibili o fumose, se non altro per i comuni cittadini che, pur non avendo potuto disporre di adeguati input culturali, vorrebbero poter capire con maggiore chiarezza le conseguenze di quanto consigliato e dedotto da chi segue le stesse teorie economiche più o meno in voga.

Spesso, ricordato e venerato da (quasi) tutti, è intervenuto il capo dello stato il quale per affermare il suo ruolo di vigilanza e primazia è comparso in scena più volte durante tutto lo spettacolo, anche se il personaggio che lo stesso Mattarella aveva escluso dalla carica di ministro dell’economia, perché giudicato troppo antieuropeista, è risultato, in finale, accettabile per essere insediato quale ministro degli affari europei.

Si devono ringraziare per aver consentito ed agevolato le riprese del nostro film elettorale, da un lato la costituzione italiana, ormai settantenne e forse bisognosa di un vero e proprio lifting totale, dall'altro l’unione europea ed i suoi rappresentanti (euroburocrati), con particolare riconoscenza per le dichiarazioni da questi fatte, perfettamente idonee a movimentare l’azione.

Non si può tacere dell’opera prestata da chi magari non è apparso in scena, ma ha comunque contribuito alle riprese: sotto panza politici, segretari, consiglieri, esperti di comunicazione, usceri ed altri.

Agli eventi ed al risultato finale del nostro film hanno sicuramente contribuito i rappresentanti della imperitura e granitica burocrazia, i boiardi della amministrazione italiana, che sicuramente, pur senza essere mai apparsi in primo piano, sono in ultimo riusciti a piazzare tra i membri del governo almeno un paio di soggetti che nel prosieguo potranno eventualmente, come al solito, favorire i loro interessi.

Un ultimo ringraziamento alle comparse e cioè ai comuni cittadini che hanno reso possibile la creazione (finalmente!) di un governo italiano (e politico!?) dimostrando, oltre ogni dubbio, di essere dotati di una vera pazienza di Giobbe.

Ovviamente la storia, anzi le storie narrate sono esattamente ispirate a fatti realmente accaduti.