martedì 31 luglio 2018

Azioni di governo


Cerchiamo di riassumere come si è sviluppata l’azione dei nostri politici dopo le ultime elezioni dello scorso marzo e quindi cosa è stato fatto per venire incontro ai desiderata dei cittadini italiani.

Come noto, il movimento cinque stelle e la lega (ex lega nord) si sono accordati ed hanno dato vita ad un governo che dovrebbe realizzare quanto previsto in un contratto che riassume in una trentina di punti gli obiettivi da raggiungere, per cambiare e migliorare le condizioni del paese.

Si deve innanzitutto notare che in tale contratto non sono state elencate le priorità da attribuire a tali punti e pertanto spetta ai competenti titolari della potestà legislativa ed esecutiva decidere su cosa e come operare.

Il ministro degli interni, Matteo Salvini, ha ritenuto di dover intervenire con urgenza in merito a quanto previsto al punto tredici del contratto di governo ed in pratica, da subito dopo il suo insediamento, si è dedicato ad affrontare il problema dei flussi migratori che da troppo tempo ed in maniera incontrollata interessano il nostro paese.

Le azioni intraprese hanno prodotto alcuni risultati apprezzati da molti e forse nei prossimi mesi si potrà definitivamente attenuare tale problematica; ovviamente se si continuerà ad agire con la stessa fermezza si dovrà continuare ad ignorare la esistenza di veri e propri campi di prigionia, posti nei paesi nord africani, ove i profughi, che non riescono ad attraversare il mediterraneo, sono rinchiusi in condizioni inumane.

Il ministro per lo sviluppo economico (Di Maio) ha determinato di voler modificare alcune norme in materia di assunzione dei lavoratori precari (derivanti da provvedimenti presi dal passato governo) al fine di offrire maggiori tutele agli stessi lavoratori ed ha proposto in merito un nuovo testo legislativo.

Il ministro per le infrastrutture (Toninelli) ha posto dubbi sulla utilità di proseguire nella realizzazione di alcune grandi opere pubbliche determinate ed iniziate durante l’operatività del precedente governo.

Lo stesso ministro, pertanto, seguendo i desiderata del contratto di governo, intende rinegoziare con i partner francesi l’accordo sulla realizzazione della linea ad alta velocità tra Torino e Lione.

Anche la situazione relativa alla sorte degli stabilimenti ILVA di Taranto, che era avviata alla soluzione dopo la vendita degli stessi ad un gruppo industriale estero, non è condivisa dal ministro per lo sviluppo e se non si farà chiarezza entro settembre si rischierà la chiusura, con notevole perdita di posti di lavoro e di soldi.

In realtà, a parte quanto sopra descritto, nonché la critica e/o l’annullamento di provvedimenti e nomine fatte dal vecchio governo, magari poco prima della sua decadenza, sembra che per ora null’altro sia stato intrapreso dai nuovi governanti.

Ormai è manifesto come gli attuali ministri e politici in genere agiscano senza aver prima concordato tra loro i termini, i modi, ma specialmente i tempi da rispettare per poter realmente incidere sull’andamento del nostro paese e della nostra economia.

Si avvicinano le scadenze per la presentazione dei nostri programmi economici alla platea europea ed internazionale (attuali e futuri creditori), ma non sembra che si siano tenute in merito riunioni di coordinamento tra i rappresentanti politici di maggior peso e, nel rispetto della propagandata ed auspicata nuova democrazia, tra questi e le parti sociali.

Consentire lo sviluppo della economia attraverso un reale snellimento delle procedure burocratiche ed un diverso rapporto tra stato ed impresa sarebbe stato obiettivo da perseguire immediatamente, ma al contrario si continua a procedere in questo con lentezza e senza risultati.

Non si sono ridotti tempi e documentazioni necessarie per l’ottenimento di qualsiasi autorizzazione, non si sono eliminate le sovrapposizioni di competenze (ed i relativi conflitti) fra stato, regioni, comuni e persino province.

Non si è stabilito e generalizzato il principio del silenzio assenso, che quanto meno renderebbe certi i tempi di risposta delle amministrazioni alle istanze dei cittadini.

Non si è provveduto a organizzare e gestire adeguatamente le risorse degli enti pubblici, né ai fini del risparmio, si è provveduto a razionalizzare ed accorpare alcunché.

I creditori dello stato o di enti statali continuano ad attendere tempi troppo lunghi per poter riscuotere, con tutte le relative conseguenze.

Forse qualche provvedimento, efficace e mirato alla soluzione almeno di singole problematiche poteva già essere stato preso, ma non se ne ha notizia.

Ormai siamo in pausa estiva (anche qui non si comprende perché tutta l’azione del governo o quasi debba fermarsi dopo la cerimonia del ventaglio consegnato alla presidente del senato) e aspettiamo con paura e trepidazione gli avvenimenti del prossimo settembre.