Cerchiamo di riassumere
come si è sviluppata l’azione dei nostri politici dopo le ultime elezioni dello
scorso marzo e quindi cosa è stato fatto per venire incontro ai desiderata dei
cittadini italiani.
Come noto, il movimento
cinque stelle e la lega (ex lega nord) si sono accordati ed hanno dato vita ad
un governo che dovrebbe realizzare quanto previsto in un contratto che riassume
in una trentina di punti gli obiettivi da raggiungere, per cambiare e
migliorare le condizioni del paese.
Si deve innanzitutto
notare che in tale contratto non sono state elencate le priorità da attribuire
a tali punti e pertanto spetta ai competenti titolari della potestà legislativa
ed esecutiva decidere su cosa e come operare.
Il ministro degli interni,
Matteo Salvini, ha ritenuto di dover intervenire con urgenza in merito a quanto
previsto al punto tredici del contratto di governo ed in pratica, da subito
dopo il suo insediamento, si è dedicato ad affrontare il problema dei flussi
migratori che da troppo tempo ed in maniera incontrollata interessano il nostro
paese.
Le azioni intraprese
hanno prodotto alcuni risultati apprezzati da molti e forse nei prossimi mesi
si potrà definitivamente attenuare tale problematica; ovviamente se si
continuerà ad agire con la stessa fermezza si dovrà continuare ad ignorare la
esistenza di veri e propri campi di prigionia, posti nei paesi nord africani,
ove i profughi, che non riescono ad attraversare il mediterraneo, sono
rinchiusi in condizioni inumane.
Il ministro per lo sviluppo
economico (Di Maio) ha determinato di voler modificare alcune norme in materia
di assunzione dei lavoratori precari (derivanti da provvedimenti presi dal
passato governo) al fine di offrire maggiori tutele agli stessi lavoratori ed
ha proposto in merito un nuovo testo legislativo.
Il ministro per le
infrastrutture (Toninelli) ha posto dubbi sulla utilità di proseguire nella
realizzazione di alcune grandi opere pubbliche determinate ed iniziate durante
l’operatività del precedente governo.
Lo stesso ministro,
pertanto, seguendo i desiderata del contratto di governo, intende rinegoziare
con i partner francesi l’accordo sulla realizzazione della linea ad alta
velocità tra Torino e Lione.
Anche la situazione
relativa alla sorte degli stabilimenti ILVA di Taranto, che era avviata alla
soluzione dopo la vendita degli stessi ad un gruppo industriale estero, non è
condivisa dal ministro per lo sviluppo e se non si farà chiarezza entro
settembre si rischierà la chiusura, con notevole perdita di posti di lavoro e di
soldi.
In realtà, a parte quanto
sopra descritto, nonché la critica e/o l’annullamento di provvedimenti e nomine
fatte dal vecchio governo, magari poco prima della sua decadenza, sembra che
per ora null’altro sia stato intrapreso dai nuovi governanti.
Ormai è manifesto come
gli attuali ministri e politici in genere agiscano senza aver prima concordato
tra loro i termini, i modi, ma specialmente i tempi da rispettare per poter
realmente incidere sull’andamento del nostro paese e della nostra economia.
Si avvicinano le scadenze
per la presentazione dei nostri programmi economici alla platea europea ed
internazionale (attuali e futuri creditori), ma non sembra che si siano tenute
in merito riunioni di coordinamento tra i rappresentanti politici di maggior peso
e, nel rispetto della propagandata ed auspicata nuova democrazia, tra questi e
le parti sociali.
Consentire lo sviluppo
della economia attraverso un reale snellimento delle procedure burocratiche ed
un diverso rapporto tra stato ed impresa sarebbe stato obiettivo da perseguire
immediatamente, ma al contrario si continua a procedere in questo con lentezza
e senza risultati.
Non si sono ridotti tempi
e documentazioni necessarie per l’ottenimento di qualsiasi autorizzazione, non
si sono eliminate le sovrapposizioni di competenze (ed i relativi conflitti)
fra stato, regioni, comuni e persino province.
Non si è stabilito e
generalizzato il principio del silenzio assenso, che quanto meno renderebbe
certi i tempi di risposta delle amministrazioni alle istanze dei cittadini.
Non si è provveduto a
organizzare e gestire adeguatamente le risorse degli enti pubblici, né ai fini
del risparmio, si è provveduto a razionalizzare ed accorpare alcunché.
I creditori dello stato o
di enti statali continuano ad attendere tempi troppo lunghi per poter
riscuotere, con tutte le relative conseguenze.
Forse qualche
provvedimento, efficace e mirato alla soluzione almeno di singole problematiche
poteva già essere stato preso, ma non se ne ha notizia.
Ormai siamo in pausa
estiva (anche qui non si comprende perché tutta l’azione del governo o quasi
debba fermarsi dopo la cerimonia del ventaglio consegnato alla presidente del
senato) e aspettiamo con paura e trepidazione gli avvenimenti del prossimo
settembre.