Dopo aver espresso il
nostro sentito cordoglio per tutte le vittime degli imprevisti, o meglio dei
non previsti, eventi (crolli di ponti, inondazioni ecc.) che hanno funestato il recente
periodo estivo, cerchiamo di esaminare cosa abbia evidenziato dal punto di
vista politico e generale quanto accaduto, magari da un diverso punto di vista.
Innanzitutto si è reso
palese che lo stato e i nostri politici (tutti) sono soggetti a varie
sollecitazioni da parte di numerosi centri di potere (lobby) e troppo spesso si
è legiferato e si legifera per soddisfare primariamente gli interessi di tali
centri di potere anche a scapito degli interessi dei cittadini comuni.
È ormai palese il fatto
che il contratto di concessione stipulato tra stato e società autostrade
consentiva al concessionario di introitare, in cambio della propria opera di
gestione, utili pari a circa il sessanta per cento di quanto ricavato e
fatturato (si spera) per il pagamento dei pedaggi autostradali.
In pratica, come riferito
anche dai media, Autostrade S.p.A. avrebbe incassato annualmente tre miliardi e
seicento milioni di Euro e speso solo un miliardo e cento milioni per gestire e
manutenere le strade oggetto della concessione.
In merito alla scoperta
della realtà non è poi stata approfondita la questione relativa a chi e a quali
imprese usualmente venissero affidati i contratti di manutenzione, quali
fossero i criteri con cui si determinava la necessità di manutenzione e quali
fossero gli azionisti e titolari di dette imprese di manutenzione.
Troppo spesso e nell'arco
di vari anni l’automobilista, che giornalmente percorreva lunghi tratti
autostradali, era costretto a snervanti code dovute a cantieri di rifacimento
della carreggiata, che peraltro quando era stata percorsa dallo stesso utente pochi
giorni prima, non era poi apparsa così degradata; ovviamente tali cantieri
operavano di preferenza in corrispondenza di lunghi tratti rettilinei e
pianeggianti ove era agevolato il rendimento di tutti i macchinari impiegati.
In alcuni paesi le lobby sono
riconosciute come espressione della libertà di organizzazione ed operano,
apertamente e secondo codici di comportamento, per difendere gli interessi di
determinate categorie di cittadini imprenditori, da noi la loro esistenza è
conosciuta, ma la loro azione non è pubblicizzata né regolamentata da chiare
leggi.
In Italia, ad esempio,
per quanto riguarda ai rapporti tra enti statali e soggetti privati associati e
organizzati in lobby, o meno, si è venuti solo ora a conoscenza che la
convenzione tra stato e gestori di autostrade, per alcuni (ignoti) accordi
convenzionali è stata addirittura in parte secretata!
Bisogna osservare che non
tutte le varie associazioni settoriali di imprenditori possono aver realmente
influito sull'azione dei vari governi, ma in realtà questa in buona parte
parrebbe risultare condizionata da molti interessati che possono contare sulla
scarsa chiarezza normativa, sul farraginoso e non sempre equanime controllo del
rispetto delle leggi, sulla non cristallina moralità dei nostri politici e
sulla volontà di mantenimento della gestione del potere da parte dei vari
organi burocratici.
La possibilità di un
privato (ente, associazione, lobby ecc.) di intervenire fattivamente per
influenzare le scelte normative ed operative del nostro stato è proporzionale
alle sue capacità economiche e ad altri fattori tra i quali la sua stessa
rispettabilità.
Con il crollo del ponte
di Genova la rispettabilità della società di gestione è venuta a mancare e solo
dopo si è cominciato a discutere di molti aspetti e clausole contrattuali, a
suo tempo sottaciuti e/o nascosti.
Chi altro mantiene oggi
la capacità di influire, o meglio quali sono i potentati che molto
probabilmente possono influire sulla gestione della nostra piccola Italia?
Ovviamente per prime le
banche, riunite o meno in associazione, sono in grado di imporre al governo la
creazione di normative e provvedimenti a loro favorevoli e, come noto, lo hanno
fatto di certo.
Vi sono molte altre
singole imprese, lobby ed associazioni, che comunque risultano aver cercato e
ottenuto privilegi per sé o per i propri adepti senza riguardo al primario
interesse morale e sociale di tutta la comunità, si tratta di costruttori di
armamenti, fabbricanti di medicinali, aziende già a partecipazione statale
quale Fincantieri, multinazionali di vari settori ecc.
Focalizzare, con l’aiuto
dei media, l’attenzione sui morti di Genova e sulla deficiente manutenzione posta
a carico di uno o più operatori non giova a chiarire che è il sistema di
gestione e controllo della cosa pubblica a non funzionare a dovere, lo stesso
sistema che nel caso specifico consente di prevedere che la ricostruzione del
viadotto della Serenissima sarà affidata alla nota società Fincantieri (o
simile dello stesso gruppo) e alle influenti……ecc. ecc., da sempre sulla
breccia grazie all’operato dei propri lobbisti e referenti politici!