venerdì 9 novembre 2018

Il contratto e i veri problemi dell’Italia


Secondo i più autorevoli media e commentatori sembra che stiano sorgendo alcune controversie tra i due partiti di maggioranza in merito alla piena attuazione delle clausole programmatiche inserite nel contratto di governo.


Come ovvio, gli impegni di spesa ritenuti necessari al miglioramento delle condizioni sociali delle categorie di cittadini meno abbienti, che certo non costituiscono una particolare lobby, sono soggetti a maggiori critiche.

In particolare il reddito di cittadinanza, che ancora non sembra ben definito dal punto di vista attuativo, è stato oggetto di critiche da parte di un eminente membro del governo e della lega (il sottosegretario di stato Giorgetti).

Questi, pur non contestandone la valenza, ha ritenuto inopportuno voler procedere con la massima urgenza alla sua attuazione, così come propugnato dallo stesso leader del movimento cinque stelle.

Peraltro, da quando è stato concordato e firmato il famoso contratto di governo, sono variati tutti i parametri di riferimento della economia europea e mondiale e, perciò, bisognerebbe tenerne debito conto in sede di interpretazione delle clausole previste in tale contratto.

Consideriamo anche i provvedimenti protezionistici e sanzionatori, decisi dal presidente americano Trump, che hanno inciso negativamente sul volume dell’interscambio commerciale a livello mondiale e reso prevedibile nell'immediato una diminuzione dell’export italiano specie verso gli USA.

Già in precedenza l’andamento della produzione in Italia ed in Europa, nei precedenti mesi ha evidenziato un rallentamento (statisticamente rilevato) del ritmo di crescita del nostro continente e sarebbe prudente prevedere che tale tendenza sia destinata a prolungarsi nel tempo.

La condizione degli italiani (quella dei comuni cittadini) al momento non sembra stia migliorando e anche i recenti tragici avvenimenti legati ad eventi meteorologici particolarmente sfavorevoli sembrano aver voluto ulteriormente danneggiare le risorse del nostro paese.

In realtà il pensiero e gli obiettivi dei due partiti che formano la maggioranza di governo ci sembrano abbastanza chiari:
-         Il movimento cinque stelle sta perseguendo un obiettivo che prevede di fatto un possibile sviluppo della capacità operativa dello stato anche attraverso la creazione di nuovi organismi centralizzati di controllo (ad esempio le cosiddette Autority) o comunque tramite il rafforzamento dei poteri dell’attuale sistema; tutto ciò contrasta con la evidente necessità di snellire il sistema burocratico di controllo che fino ad oggi ha gestito l’Italia e presuppone utopisticamente che i gestori del potere siano tutti, o quasi, personaggi di grande cultura politica, di specchiate virtù e sicuramente integerrimi; in merito non resta che esprimere i nostri migliori auguri.
-         A fianco della concezione di cui sopra si pone l’altro partito di governo (la lega) che, per come opera e per quanto afferma, al momento sembra totalmente dedito a fare propaganda politica in funzione delle prossime elezioni europee ed in merito viene censurato dalle stesse autorità europee come (pericoloso) populista e sovranista.

Ma dove sono andate a finire in pratica le vere riforme di sistema che dovrebbero aiutare veramente i liberi cittadini nel produrre di più per supportare il benessere di tutti?
La bandiera della libertà, delle riforme strutturali, del federalismo (anche fiscale) e simili, non è evidentemente più di gran moda.

E’ da ritenersi fautore di progresso sociale un governo che prevede di perseguire il benessere e la sicurezza della nazione attraverso la elargizione, in varie forme, di sussidi (elemosine) ai bisognosi e l’inasprimento delle pene per i delitti ritenuti più esecrabili?

La stessa (cosiddetta) opposizione pur criticando, talvolta a ragione, talvolta a torto, alcuni dei provvedimenti della maggioranza, non sembra sia in grado di proporre nuove ed organiche soluzioni atte a favorire il benessere della nostra società, da tutti a parole voluto ed auspicato.

Per il momento, salvo imprevisti, continua il solito tran tran della vita: gli invalidi al 100% sono supportati da un generoso sussidio di circa € 280,00 (duecento ottanta) mensili, nelle grandi città d’Italia i pensionati (di basso livello) continuano a razzolare nei cassonetti posti in prossimità dei mercati rionali per rimediare un poco di frutta o verdura (magari alquanto marcia), aumenta il numero delle persone che frequentano le mense sociali (Caritas, chiese, comunità varie ecc.), la cosiddetta middle class compra un po' meno autovetture (anche se offerte a rate senza anticipo e senza interessi) e tutti si lamentano e sperano nel meglio.

PIL, SPREAD, BOND, INDICI VARI (di fiducia o meno ecc.) ed i variegati racconti dei media non sembra ci possano aiutare a capire effettivamente dove stiamo andando, da quel che appare, come al solito, il sistema non verrà cambiato né certo snellito (anzi la burocrazia verrà rimpolpata da qualche commissione bicamerale o ente di verifica e controllo in più).

In definitiva per cambiare mancano le idee e una reale volontà non fatta di sole parole ed arringhe televisive.