Ormai sembra sempre più
evidente che l’obiettivo dei vari politici e opinion leader sia quello di voler
spaventare i soliti cittadini comuni o comunque di turbare gli animi attraverso la continua e perenne minaccia di
tragici disastri economici.
Il canovaccio della
recita e/o spettacolo, che viene quotidianamente proposto agli italiani, ma
anche agli altri abitanti dell’Europa da tutti i media, si può facilmente
ricostruire.
Da un lato si insiste
nell'affermare che è in corso una crisi recessiva dell’economia mondiale,
dall'altro che la comunità europea non è in grado di contrastare efficacemente
tale crisi e men che meno l’Italia, che si identifica come anello debole del
sistema economico insieme alla Grecia e ad altri.
Il PIL italiano sembra
non crescere affatto e il debito pubblico sembra essere destinato a crescere
continuamente e senza possibilità di controllo.
Le opposizioni accusano i
governanti di incapacità ad affrontare una tale crisi e che le misure adottate
ad oggi non sono state in grado di contribuire a risolvere l’attuale e
prevedibile imminente debacle finanziaria.
Il governo, per parte
sua, assicura che i provvedimenti presi ad oggi porteranno sicuramente benefici
salutari ed inaspettati per l’economia.
In effetti bisogna ricordare
che ad oggi nessuno dei decreti e/o delle varie disposizioni legislative di
tipo economico ha avuto modo di dimostrare la propria efficacia.
Il famoso reddito di
cittadinanza, destinato a risolvere problemi sociali, ma anche a incrementare
consumi e PIL non è ancora operativo, come quasi tutti gli altri provvedimenti
preannunciati o in corso di conversione in legge.
Si deve quindi
riconoscere che non sarebbe giusto accusare gli attuali governanti del nostro
paese di non aver saputo proporre manovre opportune, atte a contrastare il
peggioramento della nostra economia, questo perché in pratica nessuna manovra è
stata ancora attuata.
Nessuno ha ancora speso
un centesimo del proprio reddito di cittadinanza e nessuno è ancora andato in
pensione con il nuovo sistema legato a quota cento.
E’ evidente che i
procedimenti virtuosi, che si è supposto sarebbero stati innescati dalle nuove
norme, non sono stati certamente resi operativi.
Il PIL (nella migliore
delle ipotesi) langue e il turnover dei pensionati non si è ancora attuato.
In pratica niente soldi e
niente nuovi occupati!
Avrebbero quindi torto le
opposizioni che accusano di pratica inefficacia dei provvedimenti non ancora
attuati.
Piuttosto sarebbe
esattamente corretto censurare i gestori del potere per non aver provveduto ad
attuare con la necessaria rapidità quanto concepito al fine del bene comune.
Purtroppo buona parte del
problema relativo ai tempi di attuazione di un qualsiasi provvedimento del
governo (legislativo e non) dipende dalla inadeguatezza del sistema di gestione
della cosa pubblica, della giustizia e della società in genere e di riforme
sostanziali si è sempre parlato solamente.
Pertanto tutte le
discussioni sulla validità o meno di quanto non ancora in corso di attuazione
si riducono a postulati ed affermazioni di tipo politico che nulla hanno a che
vedere con la loro verifica in pratica.
Allo stato dei fatti, in
Italia, i partiti di opposizione non possono affermare (come in realtà
affermano) che i provvedimenti presi dal governo risultano inefficaci, ma solo
asserire che, secondo la loro interpretazione politica o previsione
macroeconomica valida in assoluto (che peraltro dovrebbe certamente risultare
proveniente da esperti economisti non politicamente impegnati) questi saranno
inefficaci.
Se in Italia lo scenario
economico prossimo futuro sarà quello paventato dalle opposizioni il cittadino
comune dovrà rassegnarsi a subire ulteriori vessazioni (imposte patrimoniali,
prelievi forzosi ecc.).
Se invece i provvedimenti
presi avranno qualche pratica efficacia, certamente non mancheranno le
vessazioni, ma saranno meno crudeli.
Sembra comunque che
maggioranza ed opposizione stiano affrontando la loro responsabilità di
rappresentanti (illuminati) del popolo attraverso il governo degli slogan.
Al reddito di
cittadinanza si contrappone lo slogan bipartisan della flat tax e così via; di
spending rewiew se ne parla poco (ma non si parlava di almeno dieci miliardi?).
Lo slogan del comune
cittadino resta solo quello che declama: CHE DIO CI AIUTI.