martedì 2 aprile 2019

Reddito di cittadinanza e quota 100 cosa ci aspetta


Ormai sembra sempre più evidente che l’obiettivo dei vari politici e opinion leader sia quello di voler spaventare i soliti cittadini comuni o comunque di turbare gli animi  attraverso la continua e perenne minaccia di tragici disastri economici.

Il canovaccio della recita e/o spettacolo, che viene quotidianamente proposto agli italiani, ma anche agli altri abitanti dell’Europa da tutti i media, si può facilmente ricostruire.

Da un lato si insiste nell'affermare che è in corso una crisi recessiva dell’economia mondiale, dall'altro che la comunità europea non è in grado di contrastare efficacemente tale crisi e men che meno l’Italia, che si identifica come anello debole del sistema economico insieme alla Grecia e ad altri.

Il PIL italiano sembra non crescere affatto e il debito pubblico sembra essere destinato a crescere continuamente e senza possibilità di controllo.

Le opposizioni accusano i governanti di incapacità ad affrontare una tale crisi e che le misure adottate ad oggi non sono state in grado di contribuire a risolvere l’attuale e prevedibile imminente debacle finanziaria.

Il governo, per parte sua, assicura che i provvedimenti presi ad oggi porteranno sicuramente benefici salutari ed inaspettati per l’economia.

In effetti bisogna ricordare che ad oggi nessuno dei decreti e/o delle varie disposizioni legislative di tipo economico ha avuto modo di dimostrare la propria efficacia.

Il famoso reddito di cittadinanza, destinato a risolvere problemi sociali, ma anche a incrementare consumi e PIL non è ancora operativo, come quasi tutti gli altri provvedimenti preannunciati o in corso di conversione in legge.

Si deve quindi riconoscere che non sarebbe giusto accusare gli attuali governanti del nostro paese di non aver saputo proporre manovre opportune, atte a contrastare il peggioramento della nostra economia, questo perché in pratica nessuna manovra è stata ancora attuata.

Nessuno ha ancora speso un centesimo del proprio reddito di cittadinanza e nessuno è ancora andato in pensione con il nuovo sistema legato a quota cento.

E’ evidente che i procedimenti virtuosi, che si è supposto sarebbero stati innescati dalle nuove norme, non sono stati certamente resi operativi.

Il PIL (nella migliore delle ipotesi) langue e il turnover dei pensionati non si è ancora attuato.

In pratica niente soldi e niente nuovi occupati!

Avrebbero quindi torto le opposizioni che accusano di pratica inefficacia dei provvedimenti non ancora attuati.

Piuttosto sarebbe esattamente corretto censurare i gestori del potere per non aver provveduto ad attuare con la necessaria rapidità quanto concepito al fine del bene comune.

Purtroppo buona parte del problema relativo ai tempi di attuazione di un qualsiasi provvedimento del governo (legislativo e non) dipende dalla inadeguatezza del sistema di gestione della cosa pubblica, della giustizia e della società in genere e di riforme sostanziali si è sempre parlato solamente.

Pertanto tutte le discussioni sulla validità o meno di quanto non ancora in corso di attuazione si riducono a postulati ed affermazioni di tipo politico che nulla hanno a che vedere con la loro verifica in pratica.

Allo stato dei fatti, in Italia, i partiti di opposizione non possono affermare (come in realtà affermano) che i provvedimenti presi dal governo risultano inefficaci, ma solo asserire che, secondo la loro interpretazione politica o previsione macroeconomica valida in assoluto (che peraltro dovrebbe certamente risultare proveniente da esperti economisti non politicamente impegnati) questi saranno inefficaci.

Se in Italia lo scenario economico prossimo futuro sarà quello paventato dalle opposizioni il cittadino comune dovrà rassegnarsi a subire ulteriori vessazioni (imposte patrimoniali, prelievi forzosi ecc.).

Se invece i provvedimenti presi avranno qualche pratica efficacia, certamente non mancheranno le vessazioni, ma saranno meno crudeli.

Sembra comunque che maggioranza ed opposizione stiano affrontando la loro responsabilità di rappresentanti (illuminati) del popolo attraverso il governo degli slogan.
Al reddito di cittadinanza si contrappone lo slogan bipartisan della flat tax e così via; di spending rewiew se ne parla poco (ma non si parlava di almeno dieci miliardi?).

Lo slogan del comune cittadino resta solo quello che declama: CHE DIO CI AIUTI.