Sembra che nelle
questioni politiche sia divenuto normale cercare di complicare e dilatare i
tempi per tutte le situazioni che prima si presentavano come formalmente
semplici e facilmente risolvibili.
Il fattore tempo non
viene più preso in considerazione da tutti i nostri governanti che comunque
continuano a giocare con i si e con i no allungando i tempi di ogni decisione, a
sfavore delle urgenze della nazione e dei soliti poveri cittadini comuni.
Riassumiamo ed esaminiamo
cosa sta accadendo nelle stanze dei bottoni.
La lega, in persona del
proprio massimo rappresentante Matteo Salvini, ha presentato una mozione di
sfiducia al governo formato dalla stessa lega e dal partito dei cinque stelle.
Se si considera che lo
stesso governo è stato a suo tempo formato dopo un lunghissimo e travagliato
periodo di gestazione, è un vero peccato che solo dopo circa un anno e mezzo
venga a cessare un organismo destinato a durare cinque anni, come affermato
nelle premesse e ribadito in recenti affermazioni del presidente del consiglio
e dei suoi due vice (Di Maio e Salvini).
Il famoso contratto di
governo non è stato sufficiente a smorzare gli attriti e le diverse visioni
politiche dei suoi componenti; in effetti nessuno dei (due) componenti
dell’attuale governo ha accusato apertamente l’altro di aver ignorato quanto prescritto
contrattualmente, ma sono state messe spesso in discussione modalità e tempi
delle azioni destinate alla realizzazione degli stessi obiettivi a suo tempo
concordati.
I nostri deputati e
senatori sono stati costretti a riunirsi sotto il sole di ferragosto per
prendere atto della sfiducia, anzi no! Per concordare le date per la audizione
in merito del presidente del consiglio e la presa d’atto della apertura della
crisi.
Dopo (subito dopo) il
presidente del consiglio, secondo legge e consuetudine, si deve recare al
Quirinale per rimettere nelle mani del presidente della repubblica ogni
ulteriore decisione.
La responsabilità (se
così si può dire!) del fallimento (se così si può dire!) della attuale gestione
del potere viene da tutti attribuita agli altri, le opposizioni incolpano i
partiti di maggioranza che si incolpano tra di loro e così via, di fatto c’è
chi vuole subito nuove elezioni, chi nuove maggioranze, chi un nuovo governo di
tipo tecnico o istituzionale, magari garantito dallo stesso presidente della
repubblica (ma che ci azzecca?).
Purtroppo, come al
solito, pochi sono i media o gli opinionisti che ci illuminano sui fatti di
maggior rilevanza che hanno causato l’attuale situazione.
Per capire il motivo per
cui l’Italia si trova a dover affrontare una crisi di governo bisogna far
riferimento alla situazione economica, normalmente disastrosa, in cui si trova
il nostro paese.
A breve si dovranno
presentare bilanci, conti e programmi in sede europea e, considerando che si è
di recente constatato l’aumento ulteriore del nostro debito pubblico ormai
giunto a quasi duemilaquattrocento miliardi di Euro, non è certamente possibile
continuare a realizzare le ulteriori statuizioni del famigerato contratto di
governo visto che queste prevedono per lo più ulteriori voci di spesa.
Non vi è la possibilità
di reperire, tra le somme eventualmente a disposizione dei governanti, risorse
sufficienti per tagliare le tasse, per aumentare gli introiti dei semplici
cittadini, per evitare il previsto aumento dell’IVA ecc., tutti punti
sostanziali del contratto di governo stesso, posto a base della esistenza del
governo Salvini-Di Maio.
Sarebbe stato pertanto
semplice, ma non premiante ai fini elettorali, chiudere l’attuale fase di
governo dicendo che, vista la situazione di crisi finanziaria che coinvolge
l’Italia, ma anche l’Europa, si devono congelare le promesse fatte e riportate
sul contratto di governo per cui l’attuale maggioranza non è in grado di procedere
oltre.
Ma è così difficile
parlare chiaro e riconoscere quanto sopra?
IL PROBLEMA VERO E SERIO
è che anche tutti i rappresentanti delle opposizioni affermano di voler
ottenere gli stessi benefici (taglio tasse, IVA ecc.) in favore dei cittadini,
pur in carenza di copertura economica.
D’altra parte non sono
stati realizzati: un reale snellimento
burocratico, un vero taglio delle spese inutili e quanto altro necessario per far
cambiare il passo al nostro paese ed ottenere un sostanziale aumento del nostro
PIL, unica soluzione ai problemi che da
anni affliggono la nostra bella Italia.
Troppe sarebbero le
categorie di cittadini coinvolte in una operazione di modifica del sistema,
troppe le perdite di privilegi e quindi troppi i voti che si perderebbero ed
inoltre le lobby (specie quelle finanziarie) che hanno oggi una enorme
influenza sui nostri rappresentanti di governo e opposizione, hanno tutto
l’interesse a lasciare le cose come stanno.
Per il solito cittadino
comune, ancora una volta non resta che attendere per sapere quali e quanti
saranno i sacrifici da dover affrontare!!!!