venerdì 16 agosto 2019

Crisi contro crisi


Sembra che nelle questioni politiche sia divenuto normale cercare di complicare e dilatare i tempi per tutte le situazioni che prima si presentavano come formalmente semplici e facilmente risolvibili.

Il fattore tempo non viene più preso in considerazione da tutti i nostri governanti che comunque continuano a giocare con i si e con i no allungando i tempi di ogni decisione, a sfavore delle urgenze della nazione e dei soliti poveri cittadini comuni.

Riassumiamo ed esaminiamo cosa sta accadendo nelle stanze dei bottoni.
La lega, in persona del proprio massimo rappresentante Matteo Salvini, ha presentato una mozione di sfiducia al governo formato dalla stessa lega e dal partito dei cinque stelle.

Se si considera che lo stesso governo è stato a suo tempo formato dopo un lunghissimo e travagliato periodo di gestazione, è un vero peccato che solo dopo circa un anno e mezzo venga a cessare un organismo destinato a durare cinque anni, come affermato nelle premesse e ribadito in recenti affermazioni del presidente del consiglio e dei suoi due vice (Di Maio e Salvini).

Il famoso contratto di governo non è stato sufficiente a smorzare gli attriti e le diverse visioni politiche dei suoi componenti; in effetti nessuno dei (due) componenti dell’attuale governo ha accusato apertamente l’altro di aver ignorato quanto prescritto contrattualmente, ma sono state messe spesso in discussione modalità e tempi delle azioni destinate alla realizzazione degli stessi obiettivi a suo tempo concordati.

I nostri deputati e senatori sono stati costretti a riunirsi sotto il sole di ferragosto per prendere atto della sfiducia, anzi no! Per concordare le date per la audizione in merito del presidente del consiglio e la presa d’atto della apertura della crisi.

Dopo (subito dopo) il presidente del consiglio, secondo legge e consuetudine, si deve recare al Quirinale per rimettere nelle mani del presidente della repubblica ogni ulteriore decisione.

La responsabilità (se così si può dire!) del fallimento (se così si può dire!) della attuale gestione del potere viene da tutti attribuita agli altri, le opposizioni incolpano i partiti di maggioranza che si incolpano tra di loro e così via, di fatto c’è chi vuole subito nuove elezioni, chi nuove maggioranze, chi un nuovo governo di tipo tecnico o istituzionale, magari garantito dallo stesso presidente della repubblica (ma che ci azzecca?).

Purtroppo, come al solito, pochi sono i media o gli opinionisti che ci illuminano sui fatti di maggior rilevanza che hanno causato l’attuale situazione.

Per capire il motivo per cui l’Italia si trova a dover affrontare una crisi di governo bisogna far riferimento alla situazione economica, normalmente disastrosa, in cui si trova il nostro paese.

A breve si dovranno presentare bilanci, conti e programmi in sede europea e, considerando che si è di recente constatato l’aumento ulteriore del nostro debito pubblico ormai giunto a quasi duemilaquattrocento miliardi di Euro, non è certamente possibile continuare a realizzare le ulteriori statuizioni del famigerato contratto di governo visto che queste prevedono per lo più ulteriori voci di spesa.

Non vi è la possibilità di reperire, tra le somme eventualmente a disposizione dei governanti, risorse sufficienti per tagliare le tasse, per aumentare gli introiti dei semplici cittadini, per evitare il previsto aumento dell’IVA ecc., tutti punti sostanziali del contratto di governo stesso, posto a base della esistenza del governo Salvini-Di Maio.

Sarebbe stato pertanto semplice, ma non premiante ai fini elettorali, chiudere l’attuale fase di governo dicendo che, vista la situazione di crisi finanziaria che coinvolge l’Italia, ma anche l’Europa, si devono congelare le promesse fatte e riportate sul contratto di governo per cui l’attuale maggioranza non è in grado di procedere oltre.

Ma è così difficile parlare chiaro e riconoscere quanto sopra?

IL PROBLEMA VERO E SERIO è che anche tutti i rappresentanti delle opposizioni affermano di voler ottenere gli stessi benefici (taglio tasse, IVA ecc.) in favore dei cittadini, pur in carenza di copertura economica.

D’altra parte non sono stati realizzati:  un reale snellimento burocratico, un vero taglio delle spese inutili e quanto altro necessario per far cambiare il passo al nostro paese ed ottenere un sostanziale aumento del nostro PIL, unica soluzione ai  problemi che da anni affliggono la nostra bella Italia.

Troppe sarebbero le categorie di cittadini coinvolte in una operazione di modifica del sistema, troppe le perdite di privilegi e quindi troppi i voti che si perderebbero ed inoltre le lobby (specie quelle finanziarie) che hanno oggi una enorme influenza sui nostri rappresentanti di governo e opposizione, hanno tutto l’interesse a lasciare le cose come stanno.

Per il solito cittadino comune, ancora una volta non resta che attendere per sapere quali e quanti saranno i sacrifici da dover affrontare!!!!