martedì 26 maggio 2020

A fondo perduto

Il solito cittadino comune (italiano, europeo ed extraeuropeo) per ora si sta piacevolmente crogiolando mentre viene coinvolto dal vortice delle promesse di adeguati aiuti finanziari a fondo perduto, si spera commisurati ai bisogni della propria condizione di sopravvissuto.

Tutti i governanti in effetti, senza eccezione, stanno cercando di erogare danaro a cittadini ed imprese proprio per aiutarli a sopravvivere, malgrado la difficilissima situazione economica nella quale ci si è ritrovati dopo circa tre mesi di quasi completo fermo produttivo e commerciale.

Ragioniamo a briglia sciolta, ma realisticamente e con calma sulle possibili e vere motivazioni di questo comportamento (dei capi), che sembrerebbe virtuoso, ma commisto ad un sano egoismo.

È chiaro che cercare di impedire il grave trauma, causato da un eventuale eccessivo tracollo economico della società, è interesse primario di chi questa società comanda, ché altrimenti sarebbero poste definitivamente in dubbio la valenza e la legittimità di tutti gli attuali gestori della politica e del potere.

È chiaro anche che, in relazione a tale gravoso compito conservativo, ogni governo nazionale sta affrontando problematiche diverse (più o meno gravi) partendo da diversissime realtà economiche.

È chiaro inoltre che, vista la situazione di mercato globale in cui da tempo si opera per produrre, comprare e vendere ogni tipo di prodotto, alimentare e non, l’eventuale tracollo economico di una qualsiasi nazione potrebbe causare un effetto domino ed una pandemia monetaria incontrollabile; in poche parole e se ci può consolare siamo tutti nella stessa barca.

Sovvenzionare la sopravvivenza delle nazioni tutte e dei soliti comuni cittadini resta pertanto assolutamente necessario: bisogna cercare di capire come e a spese di chi riuscire ad operare fattivamente in merito, tenendo presente che il nostro paese dovrà riprendersi a partire da una situazione più difficile di molti altri. 

Dal punto di vista economico, e da sempre, l’Italia è accusata di essere tra i paesi europei uno di quelli meno resilienti, in specie a causa di un indebitamento dello stato eccessivamente alto.

Il debito pubblico, prima dell’epidemia, superava di oltre un terzo il prodotto interno, il costo dell’apparato amministrativo era troppo alto, i procedimenti burocratici eccessivamente lenti impedivano di fatto un rapido aumento dello sviluppo industriale, il livello di tassazione era troppo gravoso e disincentivante nei confronti di ipotetici investitori esteri ecc.

Se vogliamo considerare ad oggi terminati per davvero e il pericolo imminente e la fase pandemica, prima di poter discutere su quello che si è fatto e ci si propone di fare per ripartire, si deve prendere atto che, per quanto riguarda la situazione di noi italiani, nulla è variato rispetto alla realtà in evidenza prima della quarantena.

La sola variante alla pregressa situazione generale del paese, causata dai provvedimenti varati da chi ci governa è la modifica del dato sul debito pubblico, che ha superato di gran lunga la metà del prodotto interno.

In realtà con il concorso di tutti i nostri deputati e senatori, di maggioranza ed opposizione, fino ad ora, in pratica, si è solo provveduto ad indebitare per ulteriori ottanta e più miliardi di Euro lo stato italiano (quindi noi stessi), per poter gestire il grosso di tale somma attraverso elargizioni di tipo clientelare, distribuite a mezzo del vecchio e collaudato sistema a pioggia, con in più la beffa dello sbandierato scopo morale di voler aiutare chi soffre.

Non è che ci illudessimo su di un diverso e più responsabile comportamento da parte di chi ci governa, ma sembra proprio che adesso si stia esagerando!

È assolutamente scandaloso il comportamento dei media e dei politici che vogliono mistificare la realtà e far credere alla popolazione che si possa prevedere di poter superare le attuali difficoltà economiche senza lo spargimento di abbondanti lacrime e sangue da parte dei soliti comuni cittadini.

La verità è che, per quel che riguarda i soldi, al nostro paese (e a molti altri) mancano, in cassa, i proventi che si sarebbero maturati in circa tre mesi di normale produzione e vendita.

La verità è che assistiamo come gli organi di governo, in uno con i soliti media stiano architettando un maldestro tentativo per deviare l’attenzione del popolo da tale realtà.

La verità è che non può esistere un qualche provvedimento che eviti ai contribuenti di dover ripagare, prima o poi, i soldi che sono stati persi a causa della pandemia.

La verità è che quanto ci viene e ci verrà promesso (forse concesso) anche quale contributo a fondo perduto per consentire la nostra ripresa economica sarà sempre destinato ad essere da noi stessi ripagato.

È quindi inutile che i politici ed i media, quasi assordandoci e con gran clamore, si prodighino nel discutere e distinguere la dicotomia che, in definitiva, definisce virtuoso procedere alla ricapitalizzazione delle imprese attraverso il sistema delle sovvenzioni e non virtuoso il favorire la stessa ricapitalizzazione attraverso il sistema dei prestiti, magari garantiti.

Sia un prestito, sia una sovvenzione dovranno essere sempre rimborsati dal cittadino o dall'imprenditore che li hanno ricevuti, in caso di prestito si dovrà ripagare direttamente il prestatore, in caso di sovvenzione si dovrà rimborsare lo stato, magari attraverso imposte e balzelli futuri. 

Lo stato stesso così, a sua volta, potrà restituire le somme che si era procurato emettendo titoli di debito o altro per poter concedere i tanto virtuosi, quanto famigerati, contributi a fondo perduto, ma allora dove risiede il fondo perduto?

Mettiamoci l’animo in pace, gli italiani, a causa della pandemia, hanno già perso circa trecento miliardi di Euro e questa perdita dovrà essere ripagata.

Ora speriamo che le azioni dei nostri politici, troppo prudenti, quasi pavide, tese a conservare più che ad innovare e usualmente scollegate dalla realtà, col passare del tempo non aggravino ulteriormente la situazione e comunque alla fine:

prepariamoci a porre mano al portafogli (se ancora lo possediamo)!