I media ed i politici italiani hanno fatto a gara nel trasmettere una miriade di notizie, cifre e previsioni con il dichiarato scopo di voler far conoscere in tempo reale la vera consistenza numerica degli eventi pandemici che stavamo e stiamo ancora subendo.
Purtroppo ha creato seri
dubbi cognitivi proprio la enorme abbondanza di commenti e giudizi relativi a numeri
ed indici giudicati rappresentativi, che anche se talvolta non aggiornati, sono
sempre stati alternativamente e quotidianamente diffusi da giornalisti e pseudo
tecnici.
Ammesso che quanto
comunicato dai media fino ad oggi sia stato evidenziato proprio con il
prevalente scopo di chiarire e dire la verità sul corona virus e sulla sua
reale diffusione, bisogna anche ammettere che gli stessi media e i politici ci
hanno fornito, troppo spesso, dati incompleti, spesso ripetuti, talvolta
inesatti e magari poi corretti.
In realtà, tutti i
comunicati più o meno ufficiali delle autorità riguardanti l’andamento
epidemico e i numerosi articoli pubblicati da svariati giornalisti, di ogni
credo o parrocchia politica, in molti casi hanno alimentato i dubbi di chi
ascoltava passivamente, ma con attenzione, ogni notizia propinata.
Quanto è stato detto e
fatto dimostra che la disinformazione (o meglio mancanza di completa e corretta
informazione) si può ottenere attraverso il silenzio o attraverso l’eccesso di
rumore e confusione.
Così sono stati posti
alla attenzione di noi italiani una infinità di dati probabilmente abbastanza
plausibili, ma in ogni comunicato di aggiornamento si è fatto particolare
riferimento a quel dato che tra gli stessi numeri indice attenzionati fosse il
più congruo ed atto a giustificare le dichiarazioni e le azioni intraprese
dalle varie autorità.
Il vero e proprio inganno
(forse truffa) che, tra l’altro, è servito a confondere la capacità di giudizio
degli Italiani è stato perpetrato ponendo ogni volta in maggiore evidenza, tra
i numerosi dati comunicati, solo quello o quelli favorevoli alle tesi
programmate dai media e dagli stessi politici.
Così ogni giorno si è
posto alternativamente l’accento sul maggior numero di morti o sul minor numero
di contagi, o sul maggiore o minore indice di affollamento dei reparti di
terapia intensiva, sulla maggiore o minore quantità di tamponi eseguiti ecc.
Ad un certo punto, più di
recente, si è addirittura aggiunto al pacchetto dei rilevamenti sulla pandemia
un ulteriore dato, presumibilmente comparato (con cosa?) che analizza la realtà
attraverso la misura termometrica di una ipotetica febbre della pandemia (non
dei poveri cristiani contagiati).
Scopi e valenza originari
di tale nuovo indice non sono stati ovviamente ben compresi dai normali
cittadini, ma i relativi numeri sono stati e vengono citati alla bisogna.
Di fatto la conoscenza
della verità è stata resa difficile proprio da questo spacchettamento di un
insieme di dati che al contrario dovrebbero essere analizzati e riassunti ogni
volta nel totale loro insieme, per poi poter formulare un qualsiasi commento in
merito.
A dimostrazione della
assai probabile incongruenza della realtà italiana rispetto a quanto notiziato
da giornalisti e politici a partire dall'inizio della vicenda covid-19 si
ricorda che numerose nazioni non comprendendo, o forse proprio comprendendo
tutto, hanno addirittura posticipato la apertura delle frontiere con l’Italia
che sarebbe dovuta avvenire con criteri di reciprocità entro i primi di giugno.
È evidente che non è
stata recepita nel giusto modo la miriade di notizie trionfalistiche relative
alla ormai scarsissima diffusione del coronavirus in tutte le regioni italiane.
Non si capisce pertanto
perché la Grecia dovrebbe porre limiti alla libertà di fruizione del suo
territorio da parte dei cittadini (turisti) italiani, da sempre una risorsa per
il paese e lo stesso vale per altri paesi, europei e non, che stanno
promuovendo eguali provvedimenti restrittivi alla libera circolazione dei soli
cittadini italiani.
Quanto meno sorge il
dubbio che i nostri soloni, politici e tecnici, hanno sbagliato nella
comunicazione (sul modo e su cosa evidenziare comunicando) e speriamo che si
tratti proprio e solo di questo.
In merito e a scopo
esemplificativo di quanto potrebbe essere stato nascosto, o trascurato ed
attribuito a semplice errore comunicativo, si richiama doverosamente
l’attenzione sul fatto che poco tempo or sono si è venuti a conoscenza di un
dubbio sul numero totale dei morti per pandemia, questo numero avrebbe dovuto
essere addirittura aggiornato in aumento di ulteriori diciannovemila vittime.
Non se ne è più parlato,
ma neppure vi è stata una chiara e decisa smentita!
In definitiva resta il sospetto,
anche ed in specie a livello internazionale, che in Italia la lotta al
coronavirus sia stata condotta e (quasi) vinta dai singoli semplici cittadini
grazie ai loro sacrifici ed allo spirito di abnegazione degli operatori
sanitari.
Lo stato (e per esso i
politici tutti ed i vari responsabili tecnici) nel frattempo si è preoccupato
di mantenere integro il sistema di potere attuale e di contribuire a gestire le
notizie, inducendo i media a comunicare i numeri della realtà pandemica secondo
una modalità atta ad evitare di evidenziare eventuali errori e/o difetti insiti
nelle decisioni e negli atti compiuti dello stesso potere.
Sarà interessante
esaminare (lo cercheremo di approfondire in seguito) come si stanno già elaborando
a cura dei soliti politici ed esperti tuttologi i numeri e dati economici
relativi alle ulteriori attività da espletare per riprendere la funzionalità
sociale, che ci verranno poi riferite, come al solito, confusamente e talvolta in
forma onirica.