venerdì 13 novembre 2020

SALVI DAL VIRUS

 Finalmente ci possiamo rassicurare sul nostro futuro malgrado le notizie sempre più allarmanti che molte volte al giorno ci vengono propinate dai politici e dai media.

Il covid-19, ne siamo certi, sarà presto sconfitto dal combinato disposto tra i provvedimenti di restrizione alla libera circolazione ed il loro definitivo assoggettamento ad un virtuoso e benefico automatismo applicativo burocraticamente parametrato.

Possiamo anche essere quasi del tutto certi che di fronte al potere dei burocrati anche il virus pandemico, per quanto forte e sfuggente, sarà costretto ad arrendersi.

Di conseguenza si può pertanto ignorare tranquillamente l’allarme e la richiesta di un nuovo lock down esteso a tutta l’Italia proveniente dai sanitari che lavorano negli ospedali e sono impegnati quotidianamente nella guerra ai contagi.

Lo stesso provvedimento di lock down, nonché il suo ambito applicativo, come specificato dal ministro della sanità, potranno essere disposti solo da lui stesso e/o sollecitati dai politici e burocrati regionali addetti, tutti saranno tenuti principalmente ad interpretare e rispettare le risultanze di una verifica ipoteticamente scientifica che si terrà ogni quindici giorni con la presenza di vari rappresentanti politici e delegati tecnico scientifici.

Tale verifica, chiamiamola di gravità, della situazione sanitaria sarà effettuata con l’intenzione di riuscire a tenere conto dell’aggravarsi o meno della situazione sanitaria al fine di determinare per ogni regione l’allentamento o l’aggravarsi di nuove misure cautelative.

E ancora, la stessa medesima verifica di gravità sarà fatta tenendo conto di sei parametri indicatori della capacità di monitoraggio delle organizzazioni locali, nonché di sei parametri indicatori della capacità di accertamento diagnostico e di gestione dei contatti, nonché inoltre di nove parametri indicatori della stabilità di trasmissione e della tenuta dei servizi sanitari.

In definitiva, attraverso un procedimento avente forma, valenza e tendenza prettamente burocratica, si potrà decidere se una regione sarà soggetta a restrizioni stabilite in maniera preordinata secondo differenti colori di classificazione (giallo, arancione, rosso).

Se ci si riflette bene a questa normativa sarà collegata di fatto anche la probabilità di vita e quindi la morte di comuni cittadini, in specie degli anziani, ormai dichiaratamente non più necessari perché non in grado di contribuire fattivamente al processo produttivo ed economico di sviluppo della nazione (SIC!).

È da notare che le verifiche dei parametri, che saranno fatte ogni quindici giorni, si baseranno su quanto comunicato dal solito preesistente apparato burocratico di raccolta dati (centri ospedalieri, U. S.l., dipartimenti vari ecc.).

Gli stessi dati da esaminare non sembra sia previsto che vengano resi pubblici e comunque saranno dati ormai consolidati e per questo riferiti ad almeno sette giorni (ma normalmente quindici) prima della stessa data di verifica.

Le considerazioni relative alla valenza di ciascuno dei parametri di riferimento sopra citati restano ovviamente, come tutte le azioni dei governanti italiani, nella sfera di discrezionalità dei politici e dei burocrati, mentre in particolare, da ora in poi non sarà possibile attribuire una qualche responsabilità ad alcuno di quelli che agiranno.

In pratica i gestori del potere potranno decidere a propria discrezione al riparo del paravento costituito dal formale rispetto di quanto genericamente dato per stabilito e cioè purché si agisca tenendo in considerazione o dicendo di aver tenuto in considerazione i parametri stessi previsti (in totale ben ventuno).

Ed ancora, se i criteri di interpretazione dei parametri di riferimento fossero almeno parzialmente ed effettivamente di tipo scientifico e univoci, ad ognuno di tali parametri sarebbe possibile assegnare una determinata e precisa valenza (o punteggio).

Per decidere basterebbe fare un semplice conteggio e non servirebbe più finanziare molti dei comitati tecnico scientifici statali, regionali o addirittura comunali ed almeno si risparmierebbero un poco di soldi, ma così non è!

In Italia, ma anche in buona parte del resto del mondo, si continua a navigare a vista verso un incerto futuro ed ancora non si sono previste azioni atte a scongiurare la vera realtà pandemica che dal punto di vista economico potrebbe azzerare (lo sta già facendo) i risultati di circa settanta anni di pacifico sviluppo e crescita (anche sociale) che si sono ottenuti dal dopo guerra ad oggi.

Le ricerche in corso per la individuazione di cure e vaccini atti a combattere efficacemente l’epidemia sembra stiano avendo successo.

Bisogna però fare attenzione perché i successi dei test fatti si sono rivelati tali nel novanta per cento dei casi, è molto, ma forse ancora ancora non sufficiente, perché poco si conosce della capacità di mutazione di questo virus chiamato covid-19.

I soliti cittadini comuni si augurano che i provvidi amministratori abbiano pertanto ben presente che la attuale situazione di pericolo per la incolumità fisica degli italiani potrebbe prolungarsi per molti mesi, anche oltre la prossima primavera e che non è il caso di abbassare la guardia.

Sembra poi scontato che gli stessi nostri provvidi amministratori abbiano provveduto, o stiano provvedendo, oltre che a tutelare la salute degli amministrati anche al mantenimento del loro benessere economico, impegnandosi in ciò attraverso idonei provvedimenti e fattivi, oltre che preveggenti, piani (magari pluriennali), per la ripresa e lo sviluppo futuro.

In merito si spera che prima o poi di quanto programmato su questi aspetti economici della gestione dell’attuale crisi ne potremo venire pienamente a conoscenza, anche e specialmente per poterci regolare in conformità!