lunedì 21 dicembre 2020

Spese pandemiche ed oltre

Il presidente del consiglio Giuseppe Conte, in quasi tutti i suoi discorsi ufficiali e in occasione delle varie interviste rilasciate, ha più volte ribadito che dovremo spendere bene la quota di recovery fund che ci verrà assegnata dall’Europa, senza sprecare un solo Euro rispetto a quanto indispensabile ed utile per la ripresa della nostra economia.

Nel frattempo il commissario straordinario Arcuri, nominato per la gestione dell’emergenza sanitaria, ha manifestato l’intenzione di mettere in cantiere uno straordinario progetto che prevede la costruzione di mille e cinquecento grandi gazebi realizzati con materiali di ultima generazione ed ecologici.

Tali gazebi richiameranno la forma di una primula, saranno installati nelle piazze di molte città italiane e fungeranno da ambulatori ove sarà vaccinata la popolazione.

Restano per ora nel vago i costi prevedibili per la realizzazione di una simile iniziativa edilizia, è solo noto che l’architetto ideatore di tali edifici (primule) si è dichiarato disposto a fornire gratuitamente la sua opera di ingegno (il progetto tipo).

Nel frattempo, in molti ospedali pubblici ed in moltissime residenze sanitarie assistite, il personale composto da medici, infermieri ed assistenti, tutti a forte rischio di contagio, in mancanza di meglio, si ingegna adoperando i sacchi e i sacchetti di plastica, usati normalmente per la spazzatura, al posto dei camici e dei calzari isolanti.

Non è che si voglia considerare uno spreco la spesa per i gazebi a forma di primula, ma forse sarebbe meglio comprare delle semplici tende del tutto simili a quelle utilizzate dagli ospedali da campo militari ai quali potrebbero essere cedute quali dotazioni aggiuntive al termine delle operazioni di vaccinazione.

Una tale soluzione avrebbe inoltre il vantaggio di poter essere preventivabile a cosi certi in quanto gli stessi sono già stati storicamente determinati in occasione di precedenti acquisti.

Sarebbe stato ancor più utile per evitare ogni spreco, aver inoltre già avviato un censimento accurato dei locali già esistenti, adatti e disponibili per eseguire le vaccinazioni (ambulatori, ospedali, edifici pubblici ecc.).

Ma forse la previsione del numero delle realizzande installazioni a forma di primule (mille e cinquecento) deriva da un censimento già eseguito, o da una valutazione teorico-scientifica di cui i comuni cittadini non hanno avuto contezza.

Si tratta di reperire ed ove necessario attrezzare una serie di spazi (adatti dal punto di vista sanitario) dove consentire di eseguire in sicurezza le operazioni di vaccinazione ai sessantamila medici che, ci dicono, si sono dichiarati disponibili: è stata già fatta questa importante disamina, ricerca e scelta?

Visto che si tratta di garantire la salute degli indispensabili operatori, ma anche di evitare occasioni di contagio tra i vaccinandi, si suppone che già da tempo una qualche commissione di burocrati od una apposita task force abbiano o stiano studiando e decidendo sui protocolli di accessibilità ed utilizzo degli spazi a disposizione per le vaccinazioni.

O forse è tra le convinzioni dei nostri governanti che le task force servano principalmente a determinare criteri di attribuzione e spesa di contributi e fondi pubblici?

Sia chiaro che tali criteri dovrebbero essere stabiliti in funzione della spesso non ben determinata, ma comunque generale, volontà politica espressa secondo regole parlamentari, a questa volontà e solo a questa la costituzione attribuisce la necessaria primazia nell’ambito decisionale che in questo momento riguarda il benessere e/o addirittura la stessa possibilità di sopravvivenza dei cittadini.

Che il sistema democratico e burocratico così come fino ad oggi organizzato sia obsoleto e di recente non abbia ben funzionato nel contrastare adeguatamente la pandemia è abbastanza evidente, ma è vero anche che le varie task force, gli stati generali dell’economia od altri simili organismi non sono serviti ad implementare le capacità di azione e reazione della macchina statale.

A dispetto delle incoraggianti comunicazioni dei governanti, considerati i precedenti, i comuni cittadini non si sentono più adeguatamente tutelati e in particolare non credono che la attuale classe politica sia in grado di affrontare nella maniera più opportuna le difficoltà derivanti dalla epidemia che ci affligge ormai da quasi un anno.

In pratica è convinzione di molti italiani che si siano commessi o si stiano commettendo troppi errori.

Si tenga presente che è urgente e necessario procedere subito ad organizzare la somministrazione di un centinaio di milioni di dosi di vaccino, inclusi, ove prescritto, i richiami.

Ogni vaccinazione dovrebbe richiedere in teoria una trentina di minuti tra anamnesi medica, schedatura, preparazione, somministrazione, verifica della mancanza di reazioni allergiche ecc.

Questo significa che per vaccinare gli italiani serviranno cinquanta milioni di ore lavorative del nostro personale medico, che tra l’altro dovrà operare anche a domicilio per garantire tempestivamente il diritto alla vita degli anziani o infermi non in grado di raggiungere autonomamente i punti di vaccinazione predisposti.

Se corrisponde alla realtà quanto sopra esposto corrisponde inoltre alla stessa realtà il fatto che alla data del venti dicembre non è stato comunicato nulla in merito ai luoghi ed alle procedure di vaccinazione, ma solo che le vaccinazioni cominceranno il ventisette dicembre!