giovedì 27 maggio 2021

Riflessioni e covid-19

 

Ancora una volta è necessario osservare attentamente come si sta evolvendo la cosiddetta società civile per poi cercare di diffondere la verità vera il più chiaramente possibile a beneficio di noi cittadini comuni.

Ad oggi dobbiamo annoverare tra le certezze il fatto che in Italia, ma anche altrove, la pandemia e tutte le sue nefaste conseguenze, grazie anche alla attenta e pressante opera dei media (radio, televisione, giornali, riviste scientifiche e non, ecc.), sono state definite e accettate dai più come il risultato di un malaugurato ed imprevedibile incidente che ha coinvolto pipistrelli, serpenti, pangolini, cinesi e quanti altri ed ha costretto e costringerà tutti gli abitanti della terra a dover sostenere notevoli sacrifici per poter guarire e riprendere a godere integralmente almeno dei benefici materiali che si ritenevano acquisiti definitivamente e si ritiene possano e debbano essere nuovamente conquistati.

Le stesse autorità religiose (di ogni confessione) hanno invocato ed invocano la grazia divina perché ci guidi per poter ritornare, senza ulteriori danni, alla precedente situazione considerata normale, ma forse sarebbe stato più etico se gli stessi religiosi avessero con maggiore attenzione e con più veemenza richiamato l’attenzione dei fedeli sulla necessità di sviluppare un concetto di nuova normalità e sulla necessità di applicare più stringenti obblighi morali che dovevano e dovrebbero inderogabilmente far parte di tale concetto.

In pratica tutti stiamo auspicandoci di poter tornare al passato, dimenticando che di quel passato moltissimi, troppi, quando potevano, non facevano altro che lamentarsi (e spesso a ragione).

Dopo uno qualsiasi dei numerosi terremoti che hanno da sempre afflitto il nostro paese si è sempre provveduto a ripristinare le antiche abitazioni crollate e/o danneggiate adeguando le edificazioni a tutta una serie di nuove (o vecchie, ma disattese) normative atte a salvaguardare da futuri ulteriori crolli.

Similmente si sarebbe dovuto operare anche dal punto di vista etico, riuscendo ad approfittare della crisi dei valori materiali, indotta o forse solo meglio evidenziata dalla pandemia, per cercare di ricostruire una società più giusta e umana rispetto a quella esistente prima che il covid-19 causasse tante tragiche ed incontrollabili morti.

Purtroppo, al contrario di quanto auspicabile, in pratica nulla sembra cambiato, nel mondo non si sono ancora spenti gli echi dei rintocchi delle campane a morto che ricordano le vittime del virtuale terremoto epidemico ed i nuovi rumori di sottofondo cui ci stiamo già abituando sono costituiti dai suoni delle sirene di allarme che ululano in medio oriente quasi a voler celebrare i nuovi, anzi i rinnovati morti.

Queste ultime vittime non sono però conseguenza di un malaugurato e imprevedibile incidente e quindi bisogna proprio dedurre che non si è approfittato del forzato silenzio ed isolamento procurati dalla pandemia stessa per riflettere adeguatamente sulla opportunità di cercar di rappezzare la società civile seguendo nuove regole morali e normative, più degne per l’uso umano.

È bene che gli aiuti concessi dalla comunità europea ai singoli paesi per favorire l’agognato ritorno alla normalità sono stati vincolati alla realizzazione di riforme, teoricamente almeno in parte atte a rendere il sistema di potere più giusto per tutti (in particolare all’Italia è stato richiesto di procedere a modificare l’apparato giudiziario e più in generale snellire l’opprimente complesso burocratico amministrativo).

È anche vero e male che i principali artefici di tali riforme dovrebbero (anzi dovranno!) essere il presidente Mattarella ed il presidente Draghi entrambi massimi esponenti dell’attuale gruppo di persone e potentati che gestiscono di fatto lo stato italiano e che per creare uno stato nuovo che garantisca maggior giustizia, partecipazione democratica ed equità dovrebbero essi stessi, in accordo con i propri sodali, ridimensionarsi.

Tutto è possibile, ma solo se si perseguisse l’umiltà e si ripetessero i miracoli del santo Francesco di molti secoli orsono ci potrebbe essere un tale cambiamento, volto a meglio definire e applicare sopra tutto l’etica sociale che così potrebbe attuarsi in pratica anziché restare vano auspicio teorico da tutti osannato.

Nel frattempo il solito stato leone (non sapremmo come altro definirlo) ruggisce e quando e dove può mostra i muscoli per far vedere meglio chi comanda.  

Infatti proprio ora il governo insiste nel perseguire antichi avversari (vecchi brigatisti rossi e simili pseudo rivoluzionari da tempo quiescenti (e probabilmente un poco rimbambiti) che avevano osato opporsi, utilizzando la sempre esecrabile via della violenza, all’apparato di controllo vigente negli anni detti di piombo, da loro ritenuto di tipo tirannico, ed ancora oggi, secondo alcuni estremisti (per fortuna pochi), in parte attivo e resiliente.  

Nel frattempo sembra si stia agendo e ci si organizzi per provare a gestire dirigisticamente (come in Cina) le varie possibili libertà di scelta e di movimento dei cittadini, PER ORA con la motivazione di esigenze pandemiche talvolta esagerate e non benissimo specificate, previo consenso, più o meno informato, di quasi tutte le forze politiche rappresentative vigenti e attive (E PER POI?).

Di fatto in Italia il sistema così come ad oggi strutturato, tenderà a non cambiare mai veramente!

Ci consola il fatto che tra la amplissima maggioranza pseudo democratica che ad oggi sta gestendo il nostro paese è buona parte il movimento cinque stelle che, almeno in teoria, ha sempre sostenuto il passaggio a nuova e riformata gestione del potere favorendo una sorta di democrazia diretta, teorizzata ed in parte iniziata ad applicare attraverso la famosa piattaforma Rousseau, purtroppo ad oggi oggetto di aspri contrasti interni al movimento stesso e quindi difficilmente utilizzabile.

Ma allora cosa potrà cambiare grazie alle prevedibili o previste conseguenze delle riforme?

Per quanto è possibile capire, in Italia tutte queste prossime riforme saranno di tipo quantitativo e non qualitativo.

Saranno ingrossate le file dell’apparato giudiziario utilizzando più giudici, più cancellieri, più computers, più archivi digitalizzati ecc., fino a ridurre i tempi dei processi, come richiesto dall’Europa.

Saranno posati migliaia di chilometri di cavidotti entro cui scorreranno migliaia di chilometri di fibre ottiche, migliorando così velocità e qualità delle comunicazioni.

Saranno realizzate nuove vie di comunicazione che consentiranno maggiore rapidità negli spostamenti tra regioni e tra nazioni.

Saranno distribuiti miliardi in bonus per favorire l’acquisto di autovetture con motori elettrici che per viaggiare da un paese ad un altro consumeranno più o meno la stessa quantità di energia dei veicoli a motore termico, ma produrranno meno inquinamento di prossimità.

Saranno velocizzate le procedure per il rilascio dei permessi per la costruzione di parchi eolici e di impianti per la produzione di energia elettrica cosiddetta pulita che probabilmente costerà di più, ma godrà di benefici contributivi e fiscali.

Saranno finanziate le modifiche delle linee di produzione degli stabilimenti industriali cercando di rendere ogni fabbrica ecologicamente più compatibile con il territorio.

Resteranno in disparte e debitamente commiserati i numerosi bambini, in buona parte del mondo nati e morti in povertà e senza la possibilità di godere di alcuna risorsa sociale per sopravvivere!

Resteranno in disparte i civili uccisi dalle bombe lanciate da altri esseri umani che da sempre sono e saranno anch’essi debitamente commiserati!

E così via!

Malgrado le premesse di cui sopra, peraltro, quasi tutti concordano nel valutare con ottimismo come l’umanità si appresti a godere di un periodo di benessere e anche di giustizia sociale favorito da un grandioso piano di aiuti finanziari che coinvolgerà tutto il mondo e concederà agli italiani di potersi gustare una tazzina di caffè in allegra compagnia (ma questo si faceva già nell’anno millesettecento cinquanta ai tempi in cui visse il commediografo Goldoni).

Resta solo il problema che gli aiuti alle popolazioni, promessi da tutti i politici del globo, di certo per l’Italia, ma anche per molti altri paesi, potranno essere distribuiti solo grazie alla previa creazione di nuovo debito pubblico.

A chi toccherà ripagare tale debito e come?