lunedì 30 maggio 2022

Guerra ancora sviluppi del conflitto ucraino

 Dopo oltre tre mesi dall’inizio del conflitto tra Russia e Ucraina la pazzia della guerra continua a sconvolgere le menti degli umani riuscendo quasi a privarle della stessa innata capacità di discernere il bene dal male.

Ormai sembra che i capi e i politici di tutto il mondo si siano accomodati attorno ad uno o più tavoli per dedicarsi esclusivamente a lanciare i dadi come in un vecchio gioco di società in cui si cerca, attraverso una serie di tiri fortunati, di ottenere tanti piccoli carrarmatini di plastica (un punto un carro, due punti due carri ecc.), per poter poi con questi occupare e presidiare il maggior numero degli stati raffigurati in un cartellone posto al centro tra i giocatori.

Alla fine del gioco un solo partecipante che abbia accumulato un sufficiente punteggio si potrebbe ritrovare padrone di tutto il mondo.

La differenza tra il passatempo descritto e quello che sta accadendo in realtà è rappresentata da migliaia di morti e feriti tra i militari impegnati in battaglia ed i civili coinvolti (i soliti comuni cittadini).

Per come si sono evolute e si stanno evolvendo le vicende belliche questo conflitto ed il conseguente massacro oramai coinvolgono militarmente e/o comunque economicamente tutte le nazioni e tali vicende potrebbero durare a lungo.

Di fatto, malgrado l’intervento dell’armata russa sia avvenuto con grande dispiegamento di forze, l’esercito ucraino continua a resistere ed a contrattaccare grazie all’apporto strategico ed alle forniture di armi e munizioni che riceve da parte di quasi tutti i paesi cosiddetti occidentali.

Si combattono in realtà quattro tipi di guerre:

  • una sul campo tra le contrapposte milizie russe ed ucraine,
  • una per procura tra la stessa Russia ed i paesi europei ed occidentali in genere (inclusi gli USA e l’Inghilterra) che sostengono l’Ucraina,
  • una ideologica ove si contrappongono i principi rappresentati da generici concetti di autocrazia e democrazia,
  • una finanziaria che tende a impedire ogni ulteriore spinta verso la globalizzazione.

Fino a che punto l’Italia è coinvolta come cobelligerante non è dato sapere con precisione; sappiamo solo che per ora risultano stanziate diverse centinaia di milioni per acquisto di armi e sistemi di armi, munizioni e mezzi blindati, forniti o da fornire gratuitamente all’ormai di fatto alleato esercito ucraino.

In effetti le decisioni, strategiche e non, che comportano poi impegni più o meno gravosi, ma sempre a carico dei soliti comuni cittadini, per motivi (veri o presunti) di sicurezza, sono prese dai governanti troppo spesso senza preventiva discussione parlamentare ed in tutta fretta.

In realtà, causa guerra e ancor prima a causa della pandemia, le repubbliche democratiche (quale è o dovrebbe essere l’Italia) hanno smesso di funzionare secondo le regole stringenti delle prassi costituzionali da considerarsi in assoluto corrette ed i leaders attualmente in carica, anche mediante la proclamazione dello stato di emergenza, per troppo lungo tempo hanno assunto di fatto i pieni poteri.

Tra i provvedimenti del governo italiano presieduto da Draghi, adottati in consiglio dei ministri e approvati dai parlamentari attraverso il meccanismo del voto di fiducia e le decisioni del governo russo presieduto da Putin e senza indugi ratificate dai deputati della Duma, la democrazia (che sia parlamentare o diretta od ancora imperfetta) ci sta facendo una vera e propria brutta figura.

I soliti comuni cittadini sono male informati dai media e impauriti dalla prospettiva di un allargamento del conflitto (magari a livello mondiale) tengono pertanto le teste basse e subiscono, senza protestare, gli effetti, per ora fortunatamente per lo più economici, dei provvedimenti non certo del tutto democraticamente motivati ed adottati dai governanti.

Per ora non vi è ragione di preoccuparsi e/o di temere un eccessivo allargamento del conflitto che, visto l’andamento, sta già raggiungendo il suo culmine; la prospettiva di un aggravamento della situazione coinvolgerebbe anche i politici, gli alti burocrati ed i capi di governo che dopo aver superato brillantemente (per loro stessi) la crisi pandemica si accingono a gestire a loro quasi esclusivo favore il conflitto stesso.

Chi è un poco più addentro alle segrete cose già accenna, anzi parla, di un piano di interventi per la ricostruzione dei manufatti ucraini (infrastrutturali e privati) distrutti dalle bombe russe e delle meravigliose opportunità per la finanza e l’imprenditoria italiana ed europea in genere.

Grande protagonista della crisi pandemica è stato il covid-19, mentre grande protagonista della crisi bellica è attualmente il generico missile, più o meno veloce e più o meno carico di esplosivo.

Come il coronavirus non sembra si sia accanito con i capi politici, che comunque, se del caso, sono stati sottoposti ad immediate e rapide cure, mentre i comuni cittadini restavano in vigile attesa di aggravamento.

Così il missile non si è mai diretto sul capo di un qualche governante o politico occidentale; anche se costoro mossi per lo più da motivi elettorali si sono abituati da tempo a voler scorrazzare in lungo ed in largo sui campi di battaglia ucraini, di certo restando incolumi (forse vi è un accordo tacito tra i belligeranti?).

Questo fatto ci induce a pensare che per buona parte dei leaders mondiali l’attuale conflitto è proprio da considerarsi alla stregua del gioco del Risiko sopra descritto, malgrado ogni esternazione formalmente avversa e per motivi quasi esclusivamente finanziari Russia, Ucraina e paesi occidentali stanno combattendo tutti in accordo; tanto a soffrire e/o a morire sul serio, per ora, sono i soliti comuni cittadini e solo raramente viene colpito qualche inviato dei media o qualche appartenente ad organizzazioni benefiche.