domenica 29 marzo 2020

Virus VINCENTE popolo perdente

I soliti media, in perfetta sintonia ed accordo con i politici, sia di maggioranza che di opposizione, ci stanno raccontando delle azioni umanitarie ed altruistiche che nel nostro paese e nel mondo vengono compiute da tutto il personale addetto alla cura della salute pubblica ed impegnato a combattere contro l’attuale pandemia del coronavirus.
In Italia in particolare, gli esempi di eroismo e sacrificio estremo che vengono evidenziati quotidianamente sono poi inquadrati in un contesto di indizi che dovrebbero dimostrare la forza positiva, la vitalità, la capacità di reazione e l’adeguatezza del nostro sistema di potere e governo e di conseguenza della nostra organizzazione sanitaria.
In verità, se molti esseri umani, per lo più anziani e medici ed infermieri si sono contagiati e sono morti questo è dovuto alla effettiva inadeguatezza del sistema sanitario, che peraltro è sempre stato una voce di spesa rilevante del nostro bilancio statale.

Abbiamo parlato del rapporto sanitario italiano in merito al problema del coronavirus nel nostro articolo virus ancora.
In verità ci sarebbero state problematiche assai inferiori per i cittadini se il governo (è accaduto in Europa ed in tutti i paesi così detti democratici) avesse manifestato una adeguata reazione (decisa, rapida ed immediata).
Gran parte delle vittime della epidemia da Coronavirus sono dovute alla incapacità di previsione e gestione delle emergenze catastrofiche che i sistemi di governo così detti democratici, vigenti in Europa e in buona parte del resto del mondo, non riescono quasi mai ad affrontare correttamente (ne abbiamo parlato nel nostro articolo coronavirus vero).
La necessità di un’azione forte e rapida e di norme costrittive, purtroppo necessarie per poter governare correttamente in certe occasioni, mal si adattano allo schema democratico dibattimentale tipico delle democrazie parlamentari e simili.
Ed infatti la Cina, che eufemisticamente si può definire governata da un sistema dirigistico e non certo democratico, è riuscita ad avere rapido successo nella sua battaglia per la salute dei propri cittadini, ma non è dato sapere con precisione a quale costo.
In Italia i provvedimenti di chiusura di tutte le attività non indispensabili, volti a creare il cosiddetto distanziamento sociale e quindi a rendere più difficile la diffusione del Covid-19, sono stati adottati utilizzando la via dei DPCM (decreto del presidente del consiglio dei ministri).
Di fatto il presidente Conte (a causa dell’urgenza) si è trovato costretto a procedere assumendosi, sulla base del consiglio degli esperti, gran parte della responsabilità delle azioni di contrasto, attraverso l’emanazione di più DPCM le cui statuizioni sono state, in specie inizialmente, condivise precariamente solo con parte della maggioranza di governo (quella che non si era eclissata dalle aule parlamentari alle prime avvisaglie di pericolo).
Purtroppo, per quanto si sta rilevando, le misure di distanziamento sociale non stanno funzionando esattamente come previsto.
Purtroppo, la stessa OMS (organizzazione mondiale della sanità), a causa della solita eccessiva burocrazia interna, ha male interpretato la situazione ed ha ritardato nel lanciare un allarme Pandemia (suo compito specifico).
Purtroppo, malgrado i sacrifici degli Italiani, che da tempo sono costretti in pratica agli arresti domiciliari, i contagi sono ancora elevatissimi e la curva che misura il loro incremento non decresce come ci si aspettava (e sperava).
Dopo il tre aprile, termine di validità delle norme restrittive stabilite in un primo DPCM, si dovrebbe procedere ad una proroga delle stesse limitazioni di almeno ulteriori quindici giorni e, se tutto andrà bene, si potrebbe tornare alla normalità per il mese di luglio.
A questo punto alcuni esperti cominciano ad accennare al timore di una possibile e conseguente reazione che condurrebbe ad una disgregazione sociale.
Certamente non giova al mantenimento della calma il vedere che, mentre i normali cittadini sono costretti all’inazione ed a vivere in una condizione da galeotti, i responsabili della gestione pubblica sembrano annaspare sopraffatti dagli eventi e privi di accordo tra di loro e con idee divergenti su come procedere nella gestione della crisi sanitaria ed economica.
In merito alle eventuali colpe in relazione all’eccesso di morti evidenziatesi tra il personale sanitario, se questo fosse dovuto, anche solo in parte, alla mancanza di adeguati dispositivi di protezione individuale (mascherine, camici, occhiali ecc.), non disponibili come scorte o non acquisiti in tempo per motivi burocratici, significherebbe che tutti i responsabili della sanità e della gestione della cosa pubblica, precedenti e attuali, politici e non, sono colpevoli di omicidio e dovrebbero, magari dopo la fine della attuale crisi, essere regolarmente condannati.

Così come, con riguardo alla gestione emergenziale in genere, dovrebbero fornirsi idonee spiegazioni sui protocolli che di recente hanno individuato i sessantadue malati da avviare verso il porto più tranquillo e sicuro dei letti di terapia intensiva della sanità tedesca.
Siamo certi che tra i trasferiti ci saranno anche numerosi barboni e senza tetto e per questo brindiamo sin da ora all’eguaglianza!
Come al solito, in Italia non saranno mai individuati dei colpevoli, le circostanze straordinarie, proprio perché tali, non consentiranno che il nostro sistema giudiziario possa considerare colpevoli coloro che fino ad oggi non hanno agito bene (questo grazie anche al fatto che lo stesso sistema giudiziario è ormai vetusto, troppo formale e volutamente male organizzato e quindi la giustizia mal amministrata e gestita).
I comuni cittadini dovrebbero acquisire la capacità di ragionare senza permettere di essere fuorviati dalle campagne mediatiche e riflettere su quanto accade per non perdere la possibilità di controllare meglio chi si occuperà di gestire gli oneri della vera e propria ricostruzione che dovremmo affrontare seguendo diversi principi, non sempre gli stessi.
Si cercherà di ricostruire tutto come prima mantenendo solo un farlocco atteggiamento di maggior rispetto formale verso i valori morali, nei fatti mai condivisi da tutti?
Purtroppo siamo ad oggi quasi certi che alla fine di tutto, sperando che ciò avvenga presto, dovremo anche ringraziare chi ha gestito l’emergenza, dopo aver contribuito a crearla!
Eppure più di diecimila morti nella sola Italia non dovrebbero essere un sufficiente stimolo a voler cambiarne tutto l’attuale sistema organizzativo sociale e a voler eliminare dalla scena politica tutti coloro che hanno favorito quanto sta accadendo?
In definitiva vorremmo sapere se ci sono delle colpe e chi sono, oltre a noi stessi, i colpevoli!